Ho sempre considerato i The Black Crowes una band dalle potenzialità enormi ma inespresse, ormai dopo ben sette album i georgiani (Atlanta, Georgia) non sembrano avere niente da aggiungere ad una carriera che comunque gli ha riservato più di qualche soddisfazione (vedi turnè con Jimi Page).

Ci hanno regalato lavori come "Shake Your Money Maker", tra i migliori album del genere nei primi anni novanta e poi invece di confermare i livelli raggiunti al primo colpo, hanno sfornato cd sempre meno incisivi, sempre più blandi. Oggi dopo uno scioglimento che durava dal 2002 e qulache nostalgico concerto celebrativo nel 2005, i The Black Crowes si presentano con questo "Warpaint", purtroppo ancora una volta ci riservano la solita sequela di brani rock (pochi) senza mordente, è il caso dell'opener "Goodbay daughter of the devolution" mid tempo poco adatto ad aprire un album di r'n'r', ballate banali come "oh Josephine" e brani riempitivi (alcuni imbarazzanti).

Non è tutto da buttare ci mancherebbe, prendendo in considerazione brani come "Evergreen" con chiari richiami al maestro Jimi Hendrix oppure "Wounded Bird" dal ritmo incalzante ma con un refrain forse fuori luogo, o ancor meglio "Here Comes Daylight" (tra l'altro bonus track) pezzo in cui finalmente si fa sul serio, in cui i The Black Crowes fanno capire che potrebbero, ma forse non vogliono suonare in un certo modo.

Rivolgendomi a coloro che vogliono conoscere i The Black Crowes consiglio senza remore  l'acquisto dei primi due album lasciando "Warpaint" ai soli fans.

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