A PROPOSITO DI OSTILITA' RECIPROCHE...

Lo scoiattolo rosso (sciurus vulgaris) è un roditore onnivoro che vive prevalentemente sugli alberi. Alto circa 25 cm, con una lunga coda e peso forma di 290 g, il piccolo mammifero è un habitué della borghesia salottiera di boscaglie e foreste europee. Attualmente questo simpatico e assiduo sgranocchiatore di semi, un pò paraculo a dir la verità, è minacciato dal robusto scoiattolo grigio (sciurus carolinensis), muscoloso sciuridae fascio e yankee. Originario dell'America settentrionale, fu introdotto in territorio inglese agli albori del Novecento e ha praticamente sostituito il povero scoiattolo comune, spesso con violente capocciate e grandi noci piantate su per il culo. Pelliccia grigio-chiara e voluminosa coda flambé striata di bianco, tipo Kylie Minogue in concerto, l'ottuso scoiattolo marroncino è un vero e proprio flagello di Dio esportato in Piemonte o Irlanda, l'implacabile sterminatore dei bohémien scoiattolini rossi. Ormai in declino, quasi annientato dal bullismo mafioso delle bestiole grigie, allo scassa-noci nativo del Vecchio Continente non resta che dileguarsi e vivere nelle riserve, come gli indiani d'America.

Chiusa la parentesi National Geographic, la reunion dei fratelli Chris e Rich Robinson ha saggiamente seppellito, nel giardino di famiglia della natia Georgia, l'ascia di guerra. Simbolo di reciproche ostilità, scazzottate pubbliche durante session fotografiche e calci nelle palle sui tour-bus. "Warpaint" è il vigoroso ritorno, dopo sette anni, dei Black Crowes. Svincolati dalle gabbie d'una discografia preda di avidi scoiattoli grigi, e con una propria label nuova di zecca ( la Silver Arrow), tornano a volare alto i Corvi Neri. Sulle carcasse del vecchio sogno psichedelico di southern-rock e hard-blues degli anni Novanta, tra i fasti di The Southern Harmony And Melody Companion e Amorica. Quel sacro fuoco rock ancora brucia, imbevuto nel torrido impeto sudista dei Lynyrd Skynyrd, nella linguaccia sguaiata degli Stones e nell'anima folk\country di Neil Young, con l'innesto dei nuovi membri Luther Dickinson alla chitarra (dai North Mississippi All Stars) e Adam McDougall, tastierista, a rimpolpare la storica sezione ritmica formata da Steve Gorman alla batteria e Sven Pipien al basso.

Le undici tracce di Warpaint solcano la tradizione in un classicismo vintage, che profuma di legno stagionato e ha il sapore fiero del buon bourbon invecchiato. Goodbye Daughters Of The Revolution guarda al passato dei Corvi per spiegarne il presente, come il Kris Kristofferson ostaggio del suo destino in Pat Garrett & Billy The Kid di Peckinpah. Nel maestoso blues Walk Believer Walk la sei corde di Rich Robinson sanguina note antiche dai campi di cotone del Sud, trabocca negritudine emersa a tradimento dalle acque profonde del Mississippi, insieme allo spirito di Howlin' Wolf. Il canto soul dell'ormai barbuto Chris (Gesù Cristo incontra il John Lennon del '69, che poi erano la stessa cosa) è un caldo e potente soffio nel vento, un grumo di passione nell'autorevole ballad Oh, Josephine, oppure il languido e virile appoggio al riff assassino di Evergreen e Wounded Bird, bella pagina strappata dal libro dei ricordi Led Zeppelin. Lo stomp di God's Got It è un divertito omaggio al reverendo Charlie Jackson. We Who See The Deep, che apre le ali in un massiccio ritornello stonesiano, l'ennesimo tributo agli eroi adolescenziali Jagger & Richards. E se acquerelli di leggera psichedelia dipingono l'introduzione della sferzante Movin' On Down The Line, l'intarsio nostalgico di Locust Street e Whoa Mule cura malanni e torpore del cuore tra mandolini, cori folk-gospel e un organo che nel finale tratteggia immense praterie nordamericane. Alle spalle la crisi degli anni scorsi, il suono arroventato dei Black Crowes vibra prepotente e orgoglioso.

No, non è tempo di riserve indiane, o premature fughe nell'anonimato, per i litigiosi fratelli Robinson.

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