La California richiama alla mente sempre scenari frenetici e patinati: le follie di Las Vegas, la collina di Hollywood, le spiagge piene di surfisti e belle gnocche, le ville degli ultramiliardari. Anche la musica non sembra riuscire a liberarsi da questa atmosfera da sogno, così i rapper della west coast ci riempiono gli occhi di donne svestite, limousine, mega-party... ma in mezzo a questa fiera dell’eccesso c’è un gruppo che sembra non vivere questo “California dream”. Loro sono i Black heart procession , San Diego (California, of corse).

Il sound dei Black Heart Procession di “2” colpisce subito per la sua cupezza: ballate oscure, lente, evocative. I Calexico in crisi depressiva, si potrebbe definirli, ma sono molto di più.

Il loro sound oppressivo, a tratti ripetitivo fino a diventare ipnotico, è come un improvvisa nuvola nera in grado di oscurare il sole. Così ritmi country si fanno marci, le ballate diventano requiem, le atmosfere folk sono strazianti, questi sono i suoni di questo “2”. Tutto nero? Non proprio, giusto un paio di brani sembra elevarsi da queste atmosfere funeree, non spezzando comunque il clima fortemente noir dell’intero lavoro. Sempre splendida la voce di Pall Jenkins, cantante del gruppo, cupa, malinconica, sofferta. Ad accompagnarlo la tastiera di Tobias Nathaniel, che, con il cantante, rappresenta il “cuore” del gruppo.

In conclusione i nostri Black Heart Procession sono riusciti nel sole della California a tirarne fuori la parte “Notturna” (notturno californiano li definisce Claudio Fabretti) suonando oscure (e splendide) ballate nere.

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