La processione avanza. Cinque? Dieci? Cento persone? Non lo so, non lo capisco, tutti vestiti di nero in quel modo sono indistinguibili, sembrano una scura macchia d'inchiostro che scivola su un piano di marmo. Avanzano con lo stesso lento, barcollante passo, destro, sinistro,destro, sinistro, sembra danzino alle volte, indugiano a posare il prossimo passo, ballettano quasi, ma non si fermano: a capobasso, incappucciati, portano sulle spalle una bara bianca, che sulle lorocurve spalle fa quasi l'effetto di un fascio di luce sparato da un faro in una notte di bufera. Sul coperchio della bara solo un intarsio, un bellissmo cuore nero.

Fa caldo, l'aria è ferma e le cicale cantano, sembra di stare dentro un pezzo dei Joy Division, invece la musica è diversa. Senti un trombone, una tromba, una fisarmonica, un pianoforte, mentre una voce sofferente, tra l'avvinazzato e il malinconico, sbiascica parole di delusione, tristezza e abbandono, proviene da qualcuno all'interno della processione, ma da chi? Le lacrime intando continuano a scorrere, i processanti piangono mentre marciano. Chi è morto, chi c'è dentro la bara? Non lo sappiamo, forse non c'è nessuno, forse ci siamo noi tutti, o per lo meno una parte di noi, un pezzo del nostro cuore che, per un qualche motivo, si è crettato, diviso, per poi appassire e rinsecchire privo della linfa vitale dell'amore.
Dice questa sia la seconda processione del gruppo. Non lo so, è la prima a cui assisto. Dice che quella prima non era così affascinante, e quelle che verranno dopo non raggiungeranno lo stesso livello di coinvolgimento: non mi è difficile crederci.

La processione avanza: destro, sinistro, destro, sinistro... Il piano suona i suoi rintocchi pesanti, le note sono i passi dei processanti, la nera marea sfila sotto i miei occhi e si defila all'orizzonte.
...destro, sinistro, destro, sinistro...

Carico i commenti... con calma