Da tempo avevo in mente di scrivere una prima recensione per DeBaser, oggi provo a vedere un pò cosa ne esce fuori e per l'occasione chiedo a chi legge un pò di comprensione per certe timidezze o certe ingenuità da neofita. Scelgo come primo lavoro sul quale dare un mio parere il terzo ed ultimo cd del gruppo Bone Machine.

Band "temporanea" oserei dire, formata più per divertimento o passione che con l'intenzione di promuoversi seriamente al grande pubblico. La band si forma, se non ricordo male dalle poche notizie che circolavano in quegli anni, dall'incontro fra il chitarrista e compositore John Allen III e d il cantante Ted Poley (ex frontman del gruppo hard-rock pop-metal, Danger Danger). Ted fu invitato a provare qualche jam session con i membri del gruppo e da quelle esperienze nacque un'alchimia pregevole, catturata dal primo CD demo, "DOGS".

Definirne lo stile musicale è un pò complicato, ovviamente la voce e il carisma del cantante richiama subito alla memoria l'esperienza, indimenticata, dei Danger Danger prima maniera. Tuttavia siamo molto lontani dalle canzoni catchy tutte tette e culi o dalle ballate raffinate di questo gruppo culto per gli appassionati di Hard Rock Melodico. Lo stile dei Bone Machine è un'alchimia (per l'appunto) unica, qui si fondono la dolcezza e la tenerezza delle melodie e della voce di Ted Poley alla natura grezza e spogliata di qualsiasi ricercatezza stilistica delle sonorità. Sia nel primo CD demo che nel secondo e + professionale "Disappearing Inc." di cui parlerò fra breve, uno degli aspetti che subito si nota è l'immediatezza delle musiche, la spontaneità e la genuinità delle composizioni, quasi come si assistesse ad uno showcase improvvisato del gruppo. Questa ruvidità dell'aspetto esecutivo, peraltro forse accentuata dalle poche disponibilità finanziare con cui sono stati prodotti gli album della band, diventa uno dei punti di maggior pregio del gruppo che viene ancor oggi ricordato, perlomeno dai fan di Ted Poley, come un momento indimenticato nella carriera del cantante.

Nel 1996 i Bone Machine danno quindi alle stampe questo atteso CD dopo l'ottima accoglienza avuta dal demo DOGS (1994) (Kerrang lo recensì dandogli ben 4K su 5) e dal successivo live "Search And Destroy", registrato durante alcune date tenutesi a Londra per la presentazione del gruppo. "Disappearing Inc." rimane a tutt'oggi l'ultimo lavoro di questa band su cui non c'è mai stata una grande esposizione o visibilità, ma che si è guadagnata, sia allora che negli anni successivi, sicuramente uno zoccolo duro di appassionati fedeli.

La copertina di questo album è tristemente nota, se non altro molto più dell'album stesso, perchè presentava un'inquietante immagine delle due torri gemmelle del WTCenter, dove una delle due torri cadeva addosso all'altra, entrambe coperte di muschi e piante, come a suggerire un crollo della civiltà moderna. Il fatto è che questa immagine poi, in anni più recenti, è stata vista come un presagio sfortunato per gli eventi dell'11 Settembre. Per questo motivo pare che l'album non sia mai stato ristampato. (Si potrebbe suggerire a Ted Poley che se ci fosse davvero l'intenzione di ristampare questo CD sicuramente si potrebbe creare una nuova copertina.. ma vabbhè evidentemente la storia del presagio sfortunato serve in parte anche a tenere alte le quotazioni del disco fra gli appassionati..).

"Disappearing Inc." al momento della sua uscita fu subito salutato dalla critica internazionale con ottime recensioni, il CD in effetti presenta sicuramente un miglioramento compositivo rispetto ai precedenti lavori ed una maturazione anche nell'interpretazione vocale di Ted Poley. Andando a spulciare sul sito del cantante, Ted stesso riconosce che Disappearing Inc. è l'album migliore dove lui ha prestato la sua voce, credo intenda da quando è stato buttato fuori senza troppe cerimonie dai Danger Danger, perchè è innegabile che i primi due album di questa storica band pop metal rappresentino forse la vocalità di Ted al suo massimo splendore.

In "Disappearing Inc." però si trova un Ted Poley in ottima forma, riesce ad essere graffiante e ruvido come le sonorità della band ed al tempo stesso riesce ad affascinare e commuovere con la sua ottima interpretazione nelle parti più melodiche. Non sono un fan irriducibile dei Danger Danger, seppur li consideri una delle band di pop metal migliori che la fine degli anni 80 e i primi anni 90 ci abbiano presentato, per questo considero i Bone Machine più che la "band di Ted Poley", come un gruppo fortemente dominato dall'abilità compositiva ed esecutiva di John Allen III. Sue sono la maggior parte delle canzoni presentate dal gruppo (coscritte ad ogni modo con Ted Poley) ed in questo sta la grande differenza fra i Bone Machine ed i Danger Danger che inevitabilmente viene fatta da chi ascolta questo gruppo. Personalmente trovo le composizioni di J.Allen III come pregevolissime, vi trovo una grande immediatezza non solo d'impatto sonoro ma soprattutto a livello di concordanza fra musica e testi e spesso mi ritrovo molto nelle canzoni del gruppo.

Fra le tracce presenti in "Disappearing Inc." fanno capolino due canzoni già presenti nel primo lavoro del gruppo, le bellissime ballad "Missing You" e "Mrs. Frankenstein" con un'arrangiamento in parte modificato. Io fin dal primo ascolto, oramai più di 11 anni fa, le ho considerate come due buone canzoni ma non splendide come trovavo le versioni originali presenti nel CD demo "DOGS". Forse lo si deve al fatto che sono state in parte ripulite da quella ruvidezza molto marcata del primo lavoro, ruvidezza che però le rendeva molto più coinvolgenti. Ad ogni modo nell'economia del disco sono due momenti molto importanti e piacevoli. "Disappearing Inc." alterna canzoni più hard rock, come la prima "Man Alive", "Beautiful" o la splendida "The Only Ones" dove le voci di Ted Poley e di John Allen III si fondono in alcuni cori quasi ipnotici, a canzoni più lente, dolci e melodiche come "Deep Inside", "Lately", "Missing You" e la bellissima "Anisha". Non sono mai canzoni scontate, manca qualsiasi autocompiacimento da rockband, spesso si notano invece testi profondi e maturi e a volte una vena un pò depressiva che però è contenuta entro i limiti del fascino della canzone (fortunatamente non si "trasmette" troppo in chi ascolta), come nelle canzoni "Shadows" e "The Song".

Un album che ho ascoltato infinite volte e che a dispetto della produzione scarna e poco curata è tutt'ora uno degli album che riesco a sentire con piacere senza trovarlo mai sorpassato e senza mai passare in modo isterico da una traccia all'altra. Lo consiglierei a chiunque, non solo ai patiti dell'Hard Rock Melodico. Potrebbe essere una bella ed inattesa scoperta.

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