Inizio a credere veramente che l'Australia non sia poi così tanto il paradiso terrestre che tutti noi comuni mortali immaginiamo. Se andassimo a vedere, da questa terra ultimamente sono arrivati solamente manipoli di musicisti disagiati: chi con istinti suicidi (The Amity Affliction), chi un tantino depresso (Storm The Sky), chi ce l'ha con le istituzioni locali (The Rumjacks)... Insomma un gran bel casino no?! E ora si mettono di mezzo pure i The Brave, con un disco d'esordio licenziato dalla sempre più coinvolta (in termini di uscite) UNFD Records (anch'essa australiana, ok). Che c'è di strano?! Beh, anche nel loro caso la felicità sembra non essere di casa, o meglio questi il "Posi-Hardcore" non l'hanno mai sentito. Tra un brano dedicato al cugino defunto e un altro in cui si tratta il tema dell'insonnia ("Dreamless" in cui troviamo come ospite Marcus Bridge dei Northlane... Indovinate da dove arrivano...) si è anche in questo caso posti al centro delle turbe mentali del frontman Nathan Toussaint, forse un tantino meno "in your face" di quanto ci si aspetti nei testi ma comunque sia dotato di un'ottima voce sia in chiave melodica che screamo. Lo stile dei nostri è un alternative metal che strizza l'occhio al suo lato più trendy, ossia quello di cui band come The Word Alive e Miss May I sono assoluti maestri. "Epoch" è il classico disco che se si ama il genere lo si ascolta più che volentieri, suonato e prodotto magistralmente ma forse un tantino simile a troppe produzioni odierne. In attesa di tempi migliori (per loro, ovviamente) a voi la scelta se dare o meno una chance a questi The Brave!
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