Sull’onda del successo del 45 giri “Mr. Tambourine Man” e dell’omonimo album, i Byrds estraggono da quest’ultimo un altro singolo a firma Dylan, ma purtroppo per loro “All I Really Want To Do” era appena stata coverizzata e licenziata da Cher, versione che raggiunse il numero uno nella classifica di Billboard, relegando la “tardiva” (e splendida) cover dei Byrds nelle parti basse della medesima.
McGuinn e soci non si lasciano demoralizzare dall’insuccesso e sono di nuovo subito in studio a trattare un altro brano, “Turn! Turn! Turn! (To Everything There Is A Reason)”, questa volta un traditional che Pete Seeger aveva da poco riadattato al folk, inserendo nel testo alcuni brani tratti dal Libro degli Ecclesiasti della Bibbia.
Il 45” fa il botto e raggiunge, ad ottobre del 1965 (sei mesi dopo il tamburino), il numero uno fra i singoli, forte anche di “I’ll Feel A Whole Lot Better”, uno splendido lato B firmato Clark. Confortati da questo nuovo successo i Byrds iniziano la lavorazione e la stesura del secondo capitolo a lunga distanza, e l’album “Turn! Turn! Turn!” (che ancora una volta, come nel caso dell’esordio, prende il titolo dal singolo di traino) vede la luce il 6 Dicembre 1965.
Nel giro di otto mesi passano dall’anonimato alle alte vette delle classifiche americane (questo lp raggiungerà il 17° posto) ed inglesi. Lo stile è ancora il folk-rock dell’esordio, caratterizzato dal tipico “jingle-jangle” della Rickenbacker di McGuinn e dalle multicolori armonie vocali di Crosby, Clark e dello stesso McGuinn; ma l’amalgama del gruppo si è perfezionata e raffinata all’inverosimile. Le immancabili cover di Dylan (“Lay Down Your Weary Tune” e “The Times They Are-a-changing” ) perdono l’aggressiva irruenza delle originali e diventano superbe melodie, morbide ed oniriche; così come il traditional “He Was A Friend Of Mine” arrangiato da McGuinn diventa uno degli inni che contribuiranno a dare il via al movimento hyppie ed alle stagioni del Pace+Amore.
Come nel precedente, in questo lavoro sono presenti tre numeri a firma Gene Clark, che denotano in maniera cristallina la sua ispirata vena creativa, quel modo di comporre perfetti brani pop, amalgamando il folk dylaniano, la recente British Invasion ed il country-western delle immense praterie; e la summa totale di tutto ciò risiede nei 2 minuti e 50 della splendida “Set You Free This Time”.
Ma il contributo di Clark si esaurisce in questo album, la sua dipartita è imminente e lascia di fatto le redini del gruppo alla coppia McGuinn-Crosby, che fanno qui le prove generali con il pezzo “Wait And See”, scritto proprio a 4 mani; così come Hillman che partecipa attivamente alla stesura della scaletta, arrangiando il country-western “Satisfied Man” di Porter Wagoner, che un decennio prima raggiunse la vetta delle classifiche di vendita.
Questo brano è il segnale della futura virata country che la band prenderà nei primi anni settanta con la dipartita di Crosby; ma solo dopo aver contribuito attivamente all’esplosione della scena psichedelica, visto che nei giorni di uscita di “Turn! Turn! Turn!” la band era impegnata a dar vita alla perla allucinogena di “Eight Miles High” … ma quello è un altro capitolo, questo si chiude con la rivisitazione di McGuinn del brano “Oh Susanna”, di Stephen Foster, vero pilastro della cultura popolare americana dell’800; che chiude anche l’album in questione.
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