In un immaginaria scala, che dal pop porta al punk, dai cento gradini che dal basso porta su in cima, dopo tanto peregrinare troveremmo, se non alla fine ma quasi i Casualties. Questo scenario surreale per dare l'idea del tipo di sound (forse più che suono sarebbe appropriato usare il termine loud!), che caratterizza le produzioni della band sopra citata. Se nei primi scalini troveremmo i Green Day e compagnia cantante, per arrivare in alto ci vuole un po' di fatica e non è detto che arrivati alla meta si riesca a reggere l'altezza da terra. Che fa pure rima!

Ebbene si signori perché lo stile della band newyorchese non è certo alla portata di qualunque tipo di orecchie umane. Proposta sonora complicata? Non proprio, ricetta si forte e genuina come una torta alle fragole fatta dalla mamma, ma che alla lunga rischia di rimanere sullo stomaco per chi non è amante degli ingredienti sonori base.

Adesso però qualche cenno del gruppo giusto per dare un idea più precisa. I Casualties sono una delle band hardcore/punk - street punk più conosciute, si sono formati a New York (città pure dei Sick Of It All) nel 1990. Il loro stile è ispirato alla scena hardcore e punk di stampo inglese, proponendo un sound simile a gruppi come Exploited, GBH, Blitz, Partisans etc. Sound che fa della velocità della sezione ritmica il cavallo di battaglia il tutto condito dalla prestazione vocale di Contreras che usa in prevalenza lo screaming grezzo e a completare il tutto i frequenti coretti in puro stile Oi! in cui si cimenta il combo.

Della formazione originale è rimasto solo il cantante Jorge Contreras, che adesso è supportato da Jake Pass Kleatis alla chitarra, Rick Beer basso e Meggers Eggers alla batteria. I Casualties sono riconosciuti come gli inventori del motto "spikey-haired" e degli slogan "up the punx" e "punx unite" (titolo pure di una loro canzone).

Questo "Die Hards" è il quarto album in studio della band, che segue "Stay Out Of Order" dell'anno precedente.

Delle singole canzoni, tredici per chi ama i numeri, che dire? C'è poco da descrivere in quanto le tracce sono tutte molto simili. Peccato perché qualche variazione non avrebbe guastato per rendere più completo il dipinto generale e in cui appunto il gruppo ha preferito usare pochi colori disponibili invece dei molteplici presenti nella tavolozza per finire l'opera d'arte. Ma il punk fosse si sarebbe sdegnato se i quattro americani avrebbero optato per la seconda scelta.

La doppietta iniziale "Nightmare" e "City council" è una mazzata nello stomaco, da cui è difficile riprendersi, capace dopo il suo ascolto di trasformare anche la persona più mite. Nella seconda traccia in particolare Jorge Contreras sembra letteralmente strapparsi le corde vocali. Tra i migliori episodi da segnale "Die hards" che si apre con  dei coretti e  "Made in NYC",  in cui il cantante urla meno del solito e le chitarre creano  accordi più gradevoli in cui comunque permane una buona dose di aggressività . Una delle poche canzoni, forse l'unica, in cui si riscontrano influenze new school.  "Can't stop us" (con un intro di batteria prolungato niente male) e "This is your life" in cui finalmente spunta fuori un bell'assolo, sono da inserire nel quadernetto degli appunti.

Sorprende più che altro, per essere cantata in spagnolo "Mierda mundial".

Che dire se volete acquistarlo o più probabilmente scaricarlo dal mulo (non credo lo si possa vincere alla pesca di beneficenza della chiesa..) vi voglio dare qualche altra dritta.

In particolare due aspetti: prestazione vocale e melodie. Come già detto da tenere conto le urla e il cantato grezzo per chi fosse abituato a tutt'altro genere di gruppi. E puntualizziamo che gli scream qui non sono esattamente quelli che arrivano dai gruppi emo-core odierni precisi e perfetti, qui le urla sono rancide, violente, nichiliste, che puzzano di birra, quanto scordate e rauche. Punto due, se cercate la melodia e tranquillità cambiate completamente orbita qui c'è spazio solo per un genuino casino e niente più. Infine considerazione personale, questo disco potrebbe piacere anche agli amanti del thrash metal (anche se a conti fatti in confronto Metallica e Megadeth sembrano quasi easy listening).

In conclusione cd discreto consigliato in maniera particolare agli amanti del hardcore old school, che paga sicuramente la mancanza di qualunque contaminazione o variazione musicale e/o tematica e che ubbidisce esclusivamente alla tradizione punk.

Per tutti quelli che odiano il punk allegro di NOFX, Lagwagon e soci e vogliono qualcosa di più spinto e senza lezioni di galateo annesse in omaggio.

 

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