(Una di quelle collaborazioni che ti rasserenano l'animo da tutte le stupidi e sterili preoccupazioni quotidiane. Recensione partorita soltanto grazie all'affettuosa, valida e sincera collaborazione di De Marga!)
Sono grato e riconoscente ai The Church come a pochissime altre band; torno spesso ad abbeverarmi alla sacra fonte musicale della Chiesa Australiana. Una carriera iniziata agli albori degli anni ottanta e che prosegue ancora, con una serie di album sempre ricercati e particolari; purtroppo, e lo dico con un velo di tristezza, quasi del tutto abbandonati e lasciati in disparte dall'industria musicale. In altre parole una band di culto; ma per me fondamentale ed amatissima.
Sometime Anywhere è un disco dato alle stampe nel lontano 1994; Peter Kobbes ha lasciato il gruppo, complice le scarse vendite dei precedenti lavori. Non è un addio definitivo ma soltanto un arrivederci perché ritornerà dopo poco tempo. Sono rimasti in due soltanto: Steve Kilbey e Marty Wilson-Piper che decidono di dare un'impronta ancor più sperimentale e dilatata al disco. Con una copertina che più psichedelica e colorata non si può.
Un lavoro lungo, infinito che supera i settantacinque minuti di durata; ma non c'è un solo secondo che annoia, un solo secondo in più. Il sound concepito dal cantante-bassista Steve e dal chitarrista Marty abbonda di sonorità da studio, forse un po' troppo sintetiche (l'unico vero piccolo difetto che ho trovato nell'opera). Con quell'uso, che si fa ancora più accentuato rispetto ai due dischi precedenti, di divagazioni strumentali; di lunghe fughe chitarristiche che rendono i brani stratificati e meravigliosamente dilatati nel minutaggio.
Pop-Psichedelico suonato con somma maestria: un lavoro di classe, tra i più sperimentali ed affascinanti. Ma non di facile assimilazione ed infatti venderà molto poco, tanto da spingere la loro storica label "Arista" ad interrompere il contratto (irriconoscenti).
L'intro tribale e ripetuto del basso segna l'inizio del disco: "Day of the Dead" è il titolo del brano. Una ballata circolare che si avvale fin da subito del contributo dinamico della chitarra: ora acida, poi rilassata, subito dopo psichedelica ed incessante nel costruire e tessere trame ammaliatrici. E che dire di "The Maven": per me il capolavoro assoluto dell'album grazie proprio a quel superbo finale dove è ancora una volta la chitarra a regalare momenti di una bellezza senza tempo: ascoltare la lunga e rumorosa fuga conclusiva della sei corde mi regala ogni volta brividi in ogni dove: EMOZIONALE!!!!
Tratti bucolici intrisi di misticismo li possiamo cogliere nei sei minuti di "Loveblind", collegandosi con il paradisiaco 'artwork. Momenti carichi di pathos in "The Time Begin", con la voce calda e ammaliante che contraddistingue da sempre il sound del combo. Girano anche un bel video con la malinconia "Two Places At Once", ottimo esempio di come scrivere testi d'amore senza scendere in banalità da voltastomaco. "Lullaby" è il canto alla Luna che invoca la ricerca delle meraviglie alimentanti dello spirito umano.
Insomma non si tratta di un lavoro senza eco, anzi, è una di quelle proposte che viene spesso sovrastata dal caos del business e dal volgare successo affamato di qualche soldo in più. L'Australia non è soltanto la landa degli AC/DC, come loro non sono solamente quelli di "Under The Milky Way"..
Elenco tracce testi e video
09 Two Places at Once (07:54)
Arrive in a hive city
somewhere in the east
floating down a crowded street
as though I am or I will be released
Elly's stopped yawning, clear blue morning
In mourning no more
Come and see the wild things that are
Just beyond the door
(Well) There's an old man here
He claims that he knew you in another life
I'm not sure what he's sayin', Elly,
Could it be he still thinks you're his wife ?
Chorus:
I've been waiting, seems like eternity
I've been waiting waiting for you
I'm still waiting if you remember me
I'll be waiting, waiting for you
Trinkets sing on a desert wind behind here
Where ghosts have laid their final claims to rest
But who they left and what they thought they stayed for
Has crumbled in their last dusty caress
They were so blind (rpt.)
(Steve)
Hiding in a hotel room, somewhere in the west
I heard they brought a priest in to sanctify the place
But it remains unblessed
Things move around - my guitar sometimes plays itself
They say it's static electricity but
Yesterday it took twenty dollars off the shelf
There's a young man here, says he married you
In another time
The children cry and ask where their mother is
Gonna have to let them down
Yeah, I've been hurt, I've been around
I've been waiting...(rpt.)
Limpet shells are fading in the vally
Where once the sea had strength enough to reach
But out of the twisted metal of discarded fortune's curse
No-one here can quite translate the verses that they wanted to preach
They were blind
They were so blind (rpt.)
I've been waiting, seems like eternity
I've been waiting, waiting for you
I'm still waiting, if you remember me
I'll be waiting, waiting for you
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