I Church sono una vera istituzione del rock. Prima o poi dovranno accorgersene.
La band, attiva dal 1980, ha sempre confezionato dischi di ottimo livello, senza mai avere i dovuti riconoscimenti di critica e pubblico. Hanno precorso i tempi con il loro psichedelic-rock sognante, aprendo la strada a band come R.E.M. e Smiths, e sono rimasti coerenti con il loro sound "fuori dal tempo" in tutta la loro carriera artistica.
Il 2006 segna un grande ritorno: "Uninvited, Like The Clouds" è un disco meraviglioso, una sorta di ricongiungimento stilistico al periodo dei tre capolavori "Remote Luxury", "Heyday" e "Starfish".
Suoni ovattati, atmosfere sospese, canzoni malinconiche e sognanti. Una ricetta infallibile. Difficile segnalare quale o quali brani sono da mettere in risalto sugli altri. Sono tutti bellissimi. La terna iniziale "Block", "Unified Field", "Space Needle" è un meraviglioso trittico da brividi, sorta di parallelismo stilistico coi tre gioielli in apertura di "Starfish", senza nulla togliere ai brani successivi che viaggiano tra elettronica minimale, arpeggi di chitarre e la voce di Steve Kilbey sempre in grande forma. "Real Toggle Action" e "She'll Come Back For You Tomorrow" sono inarrivabili. "Untoward", "Day 5" e "Song To Go..." sorta di commiato finale chiudono in straordinaria bellezza un album dai toni chiaroscuri di assoluta emotività.
Un disco da assaporare fino all'ultima nota!!!!
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