Ogni tanto chiudo gli occhi e sogno gli anni 80.
Attraverso quella felicità, da droghe indotta, ho osservato lo sfacelo sociale che oggi ci avvolge e ci stritola come cappi.
Restiamo e preghiamo inermi di fronte all'immensità della natura: se un battito d'ali di una farfalla può creare un uragano dall'altra parte del mondo, la deforestazione selvaggia e il nuovo cannibalismo economico creano l'apocalisse in terra; l'inferno nell'Eden.

Qualcuno direbbe che suicidarsi prima di sciogliersi è giusto, che nessuno sentirebbe la nostra mancanza in assenza d'umanità, che la mancanza di una divinità, oltre che al vile danaro, salva solo chi non ha agito eticamente verso i suoi simili.
Quindi c'ha ragione chi va al Papeete e fa merenda Con i Puti e i Bolsi.

Stiamo aspettando un miracolo.
stiamo aspettando.


Questo stiamo facendo.
Aspettiamo che una nuova tecnologia possa regolarizzare le temperature mondiali, che un de-acidificante potentissimo e violentissimo riesca a rendere più basici i nostri oceani, guardiamo agli altri mondi come alla nostra nuova casa. Malemale.

Negli anni 80 c'erano le macchinette usa e getta, una volta sviluppate le gettavi; bisogna solo capire chi è la macchinetta, se noi o il nostro mondo.

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