Mi pare impossibile non trovare una recensione di un simile disco in questo sito. Per quanto riguarda i Coral, sono probabilmente una delle band più genuine del panorama indie attuale. Un gruppo che attinge a fondo dagli anni sessanta e settanta, riproponendo il tutto con passione ed emozionalità. Nella loro carriera hanno buttato fuori 6 dischi in 8 anni (un record di questi tempi), tutti con un loro tratto caratteristico e tutti decisamente buoni. Ultimo del lotto, uscito nel pieno dell'estate (il giorno in cui finivo il mio primo quarto di secolo), Butterfly House è forse uno dei migliori album indie del 2010.

È indiscutibilmente il disco più maturo del gruppo di Hoylake, profondamente diverso dai suoi predecessori, soprattutto per il mood più malinconico e per l'abilità compositiva, il tutto sormontato da una cura per i suoni che negli altri dischi è sempre mancata. E che comunque ci fa capire che questo disco è uscito nel 2000 e non nel 1971.

Da dove vengono le influenze? Difficile elencarle tutte. La psychedelia e il folk di sicuro, tra i vari gruppi segnalerei i Byrds e i Grateful Dead, in particolar modo per quanto riguarda la gestione dei cori. E proprio l'evoluzione del cantato, raffinatissimo e suadente, uno dei tratti distintivi di Butterfly House. A fare da contorno un'incredibile varietà sonora e una sovrabbondanza di strumenti che testimonia come il proverbio latino spesso dica la verità (i Coral sono sette e quasi tutti polistrumentisti).

L'album si dipana tra ballate suggestive ed altri pezzi che ricalcano alla lontana gli sgangherati esordi della band, solo che di sgangherato non è rimasto nulla. Difficile fare dei titoli, tuttavia è impossibile non citare l'ottimo ritornello di More Than A Lover o la successiva Roving Jewel. La malinconica title track è una perfetta colonna sonora delle piogge estive inglesi, così come molto buono è il singolo A 1000 Years; tra le ballate guidate da una chitarra acustica meritano sicuramente una menzione Walking In The Winter o Falling Around With You. Così come merita una nota per la complessità e per l'attitudine "acida" la conclusiva North Parade, con i suoi sei minuti 

Derivativi si è detto, ed è facile sentirne le influenze e le fonti, tuttavia con ogni uscita questi ragazzi riescono a regalarci 40 minuti di emozioni e ottima musica. Mica poco di questi tempi.

8,0

Elenco tracce e video

01   More Than a Lover (03:07)

02   Roving Jewel (03:17)

03   Walking in the Winter (03:08)

04   Sandhills (03:41)

05   Butterfly House (03:21)

06   Green Is the Colour (03:22)

07   Falling All Around You (03:25)

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