Dalla metà degli anni sessanta in poi, i Beatles si spippettavano per cinque secondi di sitar in canzoncine pop, belle sì, ma senza troppe pretese rivoluzionarie, nonostante loro stessi ci credessero (nell'oriente portato in occidente), giusto perché erano più famosi di Dio. Facevano lo stesso per qualche francobollo di LSD preso così, a cazzo, tanto per vedere un po' di alberi di mandarino e dirlo poi a tutti, eccitati come degli scolaretti che non vedono l'ora di comunicare ai genitori il bel voto preso a scuola per avere la mancia. Forse volevano anche loro la mancia. Togliamo pure il forse.

Nel 1968 sono accadute tante cose. Fra le altre è nato un gruppo di musicisti che, per un qualche oscuro motivo, registrarono un disco meraviglioso, poi sparirono nel nulla. Bizzarri. Persone bizzarre.

Nello stesso anno gli United States of America davano alla luce un disco stupendo, innovativo nelle intenzioni e nella riuscitissima fusione di elettronica e stravagante psichedelica lunatica e dadaista.

I Crazy People di Bedlam anticiparono la goliardia scanzonata dei Gong e ne fecero, seppur per un solo disco, un assoluto e peculiare marchio di riconoscimento. Furono portatrici del verbo sconnesso e dadaista dei suddetti contemporanei United States of America, accentuandone le caratteristiche scompositive e assurde.

Furono audaci nel loro intento di proporre un disco il più spiazzante e divertente possibile. Pieno di citazioni, di suoni assurdi, di sinfonie classiche e di recitati descrittivi. Portarono un gallo in studio di registrazione (sempre che l'abbiano mai avuto realmente, uno studio) alle sei di mattina, portarono un ubriaco e un suicida dopo la bevuta serale e prima dell'ennesimo tentativo di farla finita e gli fecero dire quello che avevano in mente.

Chiaro, se una sfilata nell'allegra fattoria ancora non vi farà capire che il loro unico obiettivo è quello di far sì che il vostro cerebro si senta divertito e a proprio agio, allora vi basterà sedervi nel cesso (vestiti) mentre analizzate visivamente, con gli occhi di chi ha in testa il nulla e nel cuore il tutto, Freud che si fuma oppiacei in una pipa sulla quale c'è il disegno di un elefante al circo che poi vi si siede accanto, senza che ve ne accorgiate, anche lui visibilmente disteso e perso in quella visione assurda e paradossale. Freud che si fa analizzare, caspita. Se ogni tanto vi accorgete del suono di qualche sveglia, non preoccupatevi, lasciatela andare. Guardate Freud mentre magari sentite, come un tonfo, le parole sconnesse di qualcuno che nell'altra stanza si è appena svegliato e nel mentre si posiziona davanti al pianoforte e comincia a suonare. Poi prende in mano il flauto e alla fine si diletta suonando una marcetta militare con la tromba. È probabile che abbia dato lui l'oppio a Mr. Sigmund. Lui però ne ha preso troppo e con l'aiuto di una musichetta da circo si addormenta e comincia a sognare chissàcosa. Voi vi sentite liberi e senza pensieri. Il circo chiude, ma voi non ve ne andate. Magari vi riposate un po', poi si ricomincia a giocare!
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