“La nostra musica è rossa, con flash porpora”.
Con queste parole il chitarrista Eddie Phillips definì la musica dei suoi Creation, uno dei gruppi più importanti della stagione psichedelica inglese. Questa splendida raccolta, uscita nel 1998 per l’inglese Demon Records Ltd. percorre cronologicamente tutta l’avventura del gruppo londinese, partendo dai primi due singoli “Making Time” b/w ”Try And Stop Me” e “Painter Man” b/w “Biff Bang Pow” entrambi del 1966 e che diedero ai Creation una certa popolarità anche grazie all’ottimo successo di classifica. I
l primo è un torrido garage/blues con un chitarra noisy che disegna un riff ossessivo e claustrofobico, ed un assolo rumorista che Phillips otteneva suonando con l’archetto di un violino (molto tempo prima di Jimmy Page); con il retro in perfetto stile power-mod-pop-style di sapore marcatamente Who. Il secondo singolo è uno dei capolavori psichedelici inglesi, perfetto anello di congiunzione di tutte le visioni lisergiche che circolavano nella capitale (dai Beatles ai Pink Floyd) ed un tipico sense of humor tutto britannico a descrivere le vicende di un imbianchino. Il suo retro è la generazione di Townsend, completamente spogliata del sudore blues e rivestita con abiti mod-style e assolo sferragliante.
Le vicende in patria non li vedono, però protagonisti come aspettato ed il clamoroso successo dei loro singoli in Germania li porta a trasferirvisi per seguirne il miraggio. Perdono la rabbia vocale di Pickett e Phillips lo sostituisce, con una voce più morbida e modulabile in base ai temi dei brani. Due album vedono la luce fra il 1967 ed il 1968, ma le sorti dei Creation sono segnate da continui cambi di formazione ed un successo che non gli arriderà mai. I brani più significativi dei due LP tedeschi sono inseriti in questa raccolta, e oscillano fra il power-pop chitarristico di “If I Stay Too Long”, il flower-psichedelico e claustrofobico di “Nightmares” e “I Am The Walker” o il northern soul di “Cool Jerk”.
Ma sono ancora i due singoli del 1967 a lasciare a bocca aperta… “Life Is Just Beginning” è un bellissimo brano perfettamente psichedelico, con inserti sinfonici e ritmica ossessiva. Con “How Does It Feel To Feel” i Creation raggiungono il vertice assoluto della loro produzione, e delle due versioni presenti, quella uscita per il mercato americano è incredibilmente noise, un blues deviato e malato, con le chitarre distorte a squarciare l’incedere torbido e sensuale del brano… soniche. La versione inglese, uscita qualche mese dopo, trasforma il pezzo in un perfetto anthem brit-pop, sul quale studieranno orde di giovani “shoegazers” inglesi, dai Fratelli Reid di The Jesus And Mary Chain fino ai fratelli Gallagher degli Oasis, senza escludere nemmeno Thom Yorke per i suoi esordi con i Radiohead.
A questo punto entra in formazione Ron Wood alla chitarra solista, in arrivo dai The Birds ed in partenza per i Rolling Stones. La sua presenza coincide con una virata più canonicamente rock dei Creation, che insieme alla matrice psichedelica perdono anche progressivamente l’ispirazione nel comporre canzoni, lasciandoci una seconda parte di questa raccolta molto più legata a influenze americane “da classifica” e la cover “Bony Moronie” di Williams ne è il sintomatico esempio, sembra fatta dai Beach Boys con il distorsore; quasi in antitesi con le ottime rivisitazioni di “Like A Rolling Stone” ed “Hey Joe” del primo periodo. Unico brano superlativo di questa seconda parte di carriera è “Uncle Bert”, british-blues al quale vengono applicati adesivi colorati.
Una buona metà di questo disco (composto da ben 24 brani) è la testimonianza di un gruppo fondamentale per chiunque voglia capire fino in fondo la magia che esplose colorata in quel periodo, che non mi stancherò mai di definire fantastico, per la musica prodotta, in particolare, e per l’aria che si respirava, in generale.
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