Strawberries: La metamorfosi completa dei Damned
Con "Strawberries", fatica del 1982, i Damned completano la loro trasformazione musicale, un percorso iniziato due anni prima con il "Black Album".
Questo disco si rivela fondamentale per la storia della band, spinta dall'esigenza di ampliare il divario tra il loro nuovo sound e le radici punk. Nonostante gli sforzi, parte della loro fan base, ancora legata al punk più crudo fatto di tre accordi e sputi di approvazione nichilista, non aveva pienamente accettato il cambio di direzione.
La copertina di "Strawberries" cattura perfettamente questo concetto: una fragola appoggiata sulla fronte di un maiale, una traduzione visiva dell'espressione "perle ai porci". Simbolicamente, l'immagine sbeffeggia l'incomprensione e la resistenza di alcuni fan di fronte all'evoluzione musicale della band.
Tra il 1980 e il 1982, i Damned avevano già pubblicato un EP di tutto rispetto e rafforzato la loro formazione con l'ingresso di Roman Jugg. Polistrumentista versatile, Jugg divenne il tastierista ufficiale, strumento che la band aveva già introdotto nel proprio sound dal 1979 e che in "Strawberries" diventa una delle colonne portanti del disco.
Tuttavia, in questo prolifico periodo, la band dovette affrontare anche un momento di crisi inaspettato: la quasi perdita di Captain Sensible (originario di Croydon, popolare quartiere a sud di Londra). Sensible si ritrovò inaspettatamente catapultato dalla chitarra e tutù dei club punk all'olimpo delle classifiche grazie a un singolo e una cover registrati quasi per scherzo ("Happy Talk").
Questo successo solista inatteso si rivelò l'ennesima "beffa", tipica della storia dei Damned, una band abituata a situazioni imprevedibili e spesso controverse.
"Strawberries" (nella sua versione originale in LP con una copertina intrisa di essenza alla fragola, una vera e propria operazione di guerrilla marketing ante litteram) è il prodotto di un'Inghilterra ancora segnata dalla recessione, dalla crisi delle Falklands, da nuove tensioni sociali e continui fermenti culturali. L'album sarà una delle fatiche più versatili e accessibili fino a quel momento, raggiungendo il 15° posto nelle classifiche del Regno Unito.
Il disco si apre con la migliore rappresentazione possibile di un pezzo d'apertura: "Ignite", una dichiarazione potente, quasi cinque minuti di incursioni punk/hard rock e cori da stadio con un Rat Scabies in grandissima forma.
Da quel momento, è diventato uno dei brani più richiesti nei live, al pari di "New Rose".
Ma è tutto l'album a rappresentare un manifesto sonoro che comunica in modo chiaro un messaggio forte: i Damned possono aver cambiato il loro modo di esprimersi musicalmente, ma il desiderio di vivere la musica pienamente a modo loro rimane immutato.
Traccia dopo traccia si alternano generi e sottogeneri musicali estremamente eterogenei, avvolti in una psichedelia dark guidata soprattutto dal duo Sensible e Vanian.
La seconda traccia, "Generals", sembra costruita sulla scia di "History of the World Pt1" (che potrebbe partire in stecca senza sfigurare) con tanto di fiati e organo di Jugg in apertura, mentre "Stranger in the Town" porta in primo piano Paul Gray e il suo basso in una rivisitazione british della Motown.
La quarta traccia è "Dozen Girls", un instant classic, con ancora una volta in apertura tastiere/organo di Roman Jugg perfettamente integrate con la band e un Captain Sensible scatenato. Un pezzo beffa che prende in giro i viveur di provincia, uno dei miei preferiti in assoluto. "Dozen Girls" sfuma con il solito caos organizzato di cori, organi e chitarre per lasciare spazio al classico momento Dave Vanian: "The Dog", essenza di crooning e noir a chiusura (in bellezza) del lato A.
Il lato B si apre con la psichedelia di "Gun Fury (Riot Forces)" e il basso, sempre in primissimo piano, di Paul Gray in "Pleasure and the Pain". Un pezzo quasi easy listening di altissima qualità.
In coda tre pezzi, anch'essi oggi grandi classici. La prima è "Life Goes On", con Sensible al canto e un riff preso in prestito da almeno altre tre band (Nirvana, Killing Joke...). Penultima traccia è "Bad Time for Bonzo" che fa il verso alla politica statunitense e ovviamente al "bonzo" numero uno Reagan.
Chiude (ufficialmente) il disco "Under the Floor Again", che cita un fatto di cronaca di latitanza inglese degli anni '80 e vanta in apertura il sitar e in chiusura un solo di Sensible in modalità David Gilmour.
La cantilena scritta e cantata da Sensible, "Don't Bother Me", è dedicata a tutti i fan, soprattutto quelli persi per strada.
Tanto quanto sembravano aver raggiunto un equilibrio e una produzione prolifica, tanto invece la band andrà incontro al collasso.
Con i pezzi esclusi da "Strawberries" saranno pubblicate almeno altre due raccolte di inediti, ma ci sarà una rottura tra Scabies e Gray per questioni legate ai credits e ai soldi.
Con Dave Vanian sempre più "godfather of goths" e Sensible in modalità popstar, nel 1984 si chiuderà di fatto la storia dei Damned classici. Torneranno subito dopo con una nuova immagine e formazione, e soprattutto una major alle loro spalle.
"The Black Album", "Strawberries" e "Friday The 13th EP" hanno rappresentato un periodo di brillante creatività per i Damned.
Non avevano restrizioni, limiti o vincoli e si spingevano a tentare qualsiasi cosa volessero (comprese tre suore punk a seguito sul palco per promuovere Strawberries.....).
Consigliato per chi:
- I Clash sono l'unica band che conta
- I gruppi punk suonano tutti uguali
- Si ma il concerto dei Pistols di Roma del '96.....
Elenco tracce samples e video
Carico i commenti... con calma