Successo, croce e delizia di un artista. In particolar modo se arriva per una sola, misera canzonetta appioppata ad un mero spot pubblicitario.

Chiariamo subito: "Bohemian Like You" non rappresenta affatto né i Dandys, né l'album da cui fu tratta (a parte "Get Off", di canzonette pop poco e nulla). In questo "Odditorium… ", il lato sperimentale della band di Portland, capitanata dal carismatico (nonché tossico dichiarato) Courtney Taylor-Taylor, si accentua esponenzialmente rispetto ai lavori precedenti, per rimarcare che la commercialata precedente (il goffo tentativo di riesumazione degli anni '80 "Welcome To The Monkey House") è stato solo un caso, o al limite una brutta idea.

Una lunga introduzione parlata ("Colder Than The Coldest Winter Was Cold") apre le danze, seguita a ruota da "Love Is The New Feel Awful", introdotta da una batteria ovattata e una chitarra ridondante ma al contempo soffocata, mentre Taylor si sovrappone con un discreto falsetto. Ma, ohibò, il pezzo, dopo qualche minuto, si trasforma in un lunghissimo strumentale in cui i Dandy si lasciano andare all'inventiva con una jam dai vaghi sapori Jazz. La successiva "Easy" strizza l'occhio ad un Prince d'annata, mentre "All The Money Or The Simple Life Honey" è un bel singolo, con una buona melodia in crescendo corredata di un arrangiamento sobrio e molto pop (pop nel senso più nobile del termine). "The New Country" ci porta in territori (ma và?) country occhieggianti a certe cose del penultimo Ryan Adams, e ci introduce a "Holding Me Up", unico pezzo del disco che riprende le sonorità del fortunato "Thirteen Tales From Urban Bohemia": fra i migliori dell'intero lavoro.

La parte che fa schizzare il livello qualitativo del disco verso l'alto, però, arriva adesso. Dopo un inutile intermezzo ("Did You Make A Song With Otis"), arriva "Everyone Is Totally Insane", esempio lampante di come scrivere un buon pezzo pop: melodia ruffiana il giusto, durata media, cantato ottimo anche nelle parti più basse, venature di chitarra non eccessivamente invadenti. Da manuale. "Smoke It" è il primo singolo, ma non dice nulla di nuovo, con la sua melodia catchy che fa il verso ai Rolling Stones (immaginate Mick Jagger che canta in un megafono); ha il solo merito di condurci a "Down Like Disco", forse una spanna sotto a "Everyone… ", ma capace anch'essa di proporre una melodia ed un arrangiamento azzeccatissimi. E, proprio quando ti "rassegni" ad un finale in salsa poppeggiante, arrivano le sberle: "There Is Only This Time" manderebbe in brodo di giuggiole qualsiasi fan di Brian Eno, è un pezzo elettronico dalle atmosfere infette; anzi, visto che si parla dei Warhols, direi piuttosto "drogate". "A Loan Tonight" spinge ancora di più sull'acceleratore: una decina di minuti di suoni dall'atmosfera eterea e sospesa accozzati l'uno con l'altro, con Courtney che canta in maniera irriconoscibile, quasi aliena.

C'è chi ha definito questo disco il ritratto di una band stanca; non lo è affatto, è invece la dimostrazione che i Dandy Warhols sono un gruppo che ha voglia di suonare, sperimentare e, soprattutto, fare ciò che preferisce. Con o senza approvazione del pubblico.

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