1970
MORRISON HOTEL

Non metto questo disco da tempo. Ho pensato: "devo recensire un disco che non mi piace(tanto)".
Ecco. Premetto che è stato il mio primo disco dei Doors che ho comprato, originale, con copertina cartonata, una specie di mini-vinile. Era il mio compleanno, dovevo scegliere, ricordo ancora, tra THE DOORS, WAITING FOR THE SUN, questo, L.A. WOMAN, e varie raccolte. 1) escludiamo le raccolte, le odio, non hanno vita propria. 2) "Waiting for the sun" ha una bella copertina. 3) non so che scegliere. 4) so poco, solo che i Doors sono particolari, magici, hanno una potenza straordinaria ai concerti, sono il lato oscuro della psichedelia, quello decadente, non solo Peace and Love, intendiamoci, ma la Morte e l’Oltre (minchia!). 5) mi faccio consigliare dal venditore, chissà. Homer Simpson direbbe “D'OH” , perché al primo ascolto non mi ha fatto un buonissimo effetto. Tranne la famosa ROADHOUSE BLUES, le altre tracce mi sembravano particolarmente vecchie, insipide. Questi sarebbero i Doors? Mah! Si tratta di un blues al quale non ero abituato ascoltare. Venditore del cazzo! Comunque dopo un po’ di tempo me lo faccio piacere (sono stati spesi dei soldi… tirchio che non sono altro!), più che altro perché si trattava di uno dei miei primi dischi rock. Non era il massimo e me ne accorgevo, però riusciva a farmi gasare, con la traccia già citata, WAITING FOR THE SUN, YOU MAKE ME REAL, MAGGIE M’GILL. Anche i “lentoni” INDIAN SUMMER(assomiglia a THE END) e THE SPY mi attiravano, però mancavano di qualcosa.

Adesso lo riascolto ben sapendo che non si tratta di un capolavoro, ma di una “risalita” che avrebbe portato i Nostri al canto “blues”del cigno, L.A. WOMAN. C’è chi lo giudica come un capolavoro (PAZZO!), chi, bistrattandolo, parla di disco commerciale, deludente (un pochettinu). È un disco di passaggio,di transizione, né brutto, nè bello.

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