Giunge la primavera del 1971 ed è l'ultimazione delle attività riguardanti la futura pubblicazione di "L.A. Woman" che libera Jim Morrison dagli impegni discografici, mettendolo in condizione di lasciare l'impegnativa vita professionale dell'America per una lunga pausa nella tranquillità europea di Parigi. L'intenzione è quella di raggiungere definitivamente la sua fidanzata Pamela Courson, o meglio la compagna cosmica di sempre conosciuta ai tempi del London Frog, l'unica capace di guidarlo e capirlo come non mai, forse perché era la persona che più gli somigliava.

Così come Los Angeles rappresenta "la Città della luce" Parigi è "la Città della notte" in cui Jim può concentrarsi ai suoi scritti poetici e alla cinematografia nonostante le fragili condizioni fisiche condizionate tra depressione, tosse cronica e dipendenza dall'alcool che l'innamoramento parigino non riesce a risanare. Il pomeriggio del 2 luglio 1971 Jim trascorre del tempo con il suo ex compagno di università Alain Ronay, mentre la sera in Rue de Beautreillis 17 con la sua musa ispiratrice Pamela, gode della proiezione dei video amatoriali dei loro viaggi ripresi in 8mm durante i soggiorni in Spagna, Corsica, nord della Francia e Marocco. All'alba del giorno dopo, Pamela lo rinviene esanime nella vasca da bagno ancora con la chioma bagnata ed una serafica espressione ancora impressa nel volto. Il 7 luglio il corpo del cantante dei Doors trova definitivamente pace al cimitero di Père-Lachaise di Parigi mentre il 22 dello stesso mese "L.A. Woman" si appresta a divenire disco d'oro.

Intanto Ray, Robby e John creano e raccolgono il nuovo materiale assemblandolo al laboratorio della band il "Doors Workshop". L'idea di un nuovo cantante viene accantonata per via degli indubitabili paragoni che sarebbero stati fatti  (...sì ma non è bravo come Jim ...), un legame quello dei quattro che non avrebbe mai cessato di esistere neanche con la fine della band. Ray - che insieme a Jim ha dato vita ai Doors -, prende in mano le sorti del gruppo ben sapendo che l'aria che si respira vuol dire ansia e disillusione sognando di rivedere Jim riaffacciarsi negli studi con l'espressione innocente di chi ne aveva fatta un'altra delle sue.

Ma la realtà è ben diversa, i tre superstiti non cambiano modalità di lavoro e tirano fuori i brani che vanno a dar vita ad "Other Voices". Il disco che rivela chiaramente come la mancanza dello storico singer si trasformi in una presenza trasparente; una partecipazione involontaria che i tre compagni di ventura gli riservano tra i brani composti per la maggior parte quando era ancora in vita.La musica gioca sulle atmosfere di quel proprio suono distintivo già collaudato in passato dalle radici rhythm and blues con numerose penetrazioni nel rock'n'roll, favorendo un più naturale contagio verso sonorità più variegate, a detrimento però del collante creativo proprio dei dischi precedenti.

La bluesy "In The Eye Of The Sun" ha l'arduo compito di celebrare senza infamia e senza lode la rottura del silenzio e ci riesce non facendo pesare il predominante piano elettrico che ben si lega con lo stridente wah wah di Krieger. La leggerezza del rhythm and blues di "Variety Is The Spice Of Life" (cantata da Krieger) veicola verso sentimenti più leggeri, così come la sapidità country che si viene ad esprimere con sorpresa durante l'ascolto di "Down On The Farm" - di cui ne fu evitata l'inclusione in "L.A. Woman -,"  pare proprio per l'esplicita disapprovazione di Morrison. La matrice blues di "I' m Horny I'm Stoned"  partorita e cantata da Krieger è il perfetto contraltare al singolo "Tightrope Hide" in cui è Manzarek che manipolando con brio il suo Hammond C3 dona un sentito pensiero al compagno di viaggio di molti anni con un testo molto intenso ("You're on a tightrope ride, nobody by your side - Well, you're all alone, gotta find a new home - (...) And we're by your side, but you're all alone - Like a Rolling Stone, like Brian Jones - On a tightrope ride" = "Sei sulla fune dell'equilibrista non c'è nessuno accanto a te - Ma sei tutto da solo, devi trovare una nuova casa - (...) Noi ti siamo vicini ma sei tutto solo -,  come una pietra rotolante, come Brian Jones - In corsa su una fune da equilibrista"). Senza dubbio il momento più alto è rappresentato dalla freschezza latineggiante di "Ship With Sails", in cui l'alternanza degli assoli di chitarra e organo si fondono in maniera raffinata con le percussioni di Francisco Aguabella che il grande Dizzy Gillespie definì il "John Coltrane delle congas". A comunicare lo smarrimento (prevalentemente musicale) del trio superstite arriva "Wandering Musician" in cui è il pianoforte a condurre il brano e a portarci alla piacevolezza ritmica di "Hang On To Your Life" che se nel testo richiama la scrittura morrisoniana, non ci saremmo mai aspettati di ascoltarla su di un disco a nome The Doors.

Il settimo lavoro in studio dei Doors - se si eccettua la raccolta "13" del novembre del 1970 -, si rivela fruibile e mediamente articolato, risultando una naturale valvola di sfogo creativo di tre artisti la cui intenzione è primariamente quella di intrattenere e non certo sorprendere. Un disco che se fosse stato generato da una band esordiente avrebbe senza indugi guadagnato l'interesse della stampa specializzata, mentre ostentando come protagonisti coloro i quali sono riusciti a filtrare magicamente un suono in cui l'ignoto, lo smarrimento e la trance erano   finemente legati dalla genialità creativa e dalla smodata interpretazione del poeta maudit che troppo presto li aveva lasciati,  facilita l'inquietudine di chi ancora celebrava con i dovuti fasti l'ascesa del Re Lucertola e della sua stirpe.

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