Terza prova per il carismatico duo formato da Amanda Palmer (pianoforte e voce) e Brian Viglione (batteria). I Dresden Dolls si sono ormai guadagnati una discreta fama a livello underground, soprattutto grazie alle performance della Palmer e del suo stile peculiare di suonare a scatti, a tratti quasi schizofrenico, ma proprio per questo molto accattivante. Ed è sulla performance della cantante che come anche negli altri album sono incentrati tutti i brani e gli affecionados riconosceranno immediatamente lo stile del gruppo: le atmosfere si rifanno sempre alla tradizione cabaret riletta in chiave originale e personale (loro si definiscono Bretchian Punk Cabaret), fornendo alla musica un'energia del tutto particolare.
Il cd è in realtà in gran parte una collezione di b-sides del precedente "Yes, Virginia", alcuni inediti e altri ripresi da vecchie sessioni, c'è persino una cover di "Pretty in Pink".
Non stupisce quindi che le sonorità ricordino in gran parte l'album precedente, d'altronde anche il titolo scelto si ricollega esplicitamente ad esso. Ma come hanno anche dimostrato i Soad con il loro "Steal this album!" non per forza un album di scarti deve essere di cattiva qualità e fa piacere notare come tutti gli elementi presenti e apprezzati nelle prime due opere tornino puntualmente, si va da pezzi più lenti e riflessivi come "Mouse And The Model" a pezzi più veloci come "Ultima Esperanza".
Eppure per quanto l'album sia sicuramente di ottima qualità nel suo complesso e ciascun pezzo faccia il suo dovere si sente come la mancanza di qualcosa, forse perchè è andato scemando l'elemento novità, ma i brani sembrano mancare un po' di mordente se paragonati ai capolavori dei primi due cd (come "Girl Anachronism"), a parte la stupenda "Lonesome Organist Rapes" che giustificherebbe l'acquisto dell'intero cd anche se uno dovesse odiare tutte le altre canzoni.
Elenco e tracce
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