Sarà la torrida estate, sarà la sempre più morbosa voglia di risultare “strani”, ma mai come quest’anno mi sono dovuto imbattere in lavori che mi hanno lasciato parecchio sconcertato. Ultimi in ordine di arrivo gli Erased e il loro mini “So Far EP” composto da sole quattro traccie. Per descriverlo faccio sicuramente prima a parlare di ogni singolo brano quindi partiamo… “Underwater”: non è un brano, ma una intro (e quindi la cerchia si restringe a sole tre canzoni). “So Far”: chitarre in stile primi Sepultura mi fanno pensare subito al meglio, se non fosse che a breve sento una batteria che in fase di produzione deve essere stata dimenticata visto che non colpisce e una voce che si divide tra growl, urlato e simil melodico, il tutto senza però cavare un ragno dal buco. Sembra un’accozzaglia tra death/black/stoner insomma. Per intenderci pollice medio/alto per le chitarre, pollice versissimo su tutto il resto. “The bottom of your empty soul”: musicalmente la solfa non cambia, le chitarre mantengono quel gusto Cavalera che tanto potrebbe quasi piacermi, ma qui a far la differenza sono le voci: tagliate quel melodico che è qualcosa che mi ha fatto venire freddo l’8 luglio con 28 gradi all’ombra! Piuttosto puntate sul growl (che andrebbe ugualmente rivisto dato che non colpisce per niente), ma basta con quelle lagne sofferenti e quel giro di basso stile prova in saletta. Chiudiamo il girone dantesco con “The belly dancer” dove udite udite, si sono perse pure le chitarre. Non per colpa loro sia chiaro, ma merito di una produzione che tutto è meno che una produzione. In questo brano i Nostri hanno spinto sull’acceleratore cercando di avvicinarsi quanto più possibile al thrash metal, fino a quando – come al solito – è intervenuta la fatidica voce melodica a far tornare neve e gelo in me. Cosa dire quindi di “So Far EP”? Non saprei sinceramente da dove partire, io cercherei quanto prima di andare oltre, dando professionalità e una quadra a un progetto ancora tutto da decifrare.

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