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Sono qui che mi riguardo, sulla mia videocamera, alcuni spezzoni del concerto dei FL. Ci ha messo un pò ad inziare (non male gli OK Go, davvero simpatici...) ma ora eccolo qui Wayne Coyne che, appena arrivato sul palco ed in un tripudio di folla, dice qualche parola e poi spara Race For The Prize ed un'esplosione di stelle filanti nel cielo di Villa Ada....Un tripudio, questa volta di colori stordenti, sullo schermo ed una scritta che si forma a pezzi: "HELLO EVERYBODY, AS WE KNOW, OUR LIFE IS" (qui si blocca la videocamera; mia moglie, che faceva le riprese mentre io ero nel cuore del concerto, ha fatto comunque del suo meglio).  Non c'erano tanta pioggia di coriandoli, palloni e stelle filanti tre anni fa, a Rimini. Guarda qui, certo che a pensarci questa volta Race For the Prize sono riuscito a riconoscerla, nonostante il frastuono e la voce non proprio tenorile (sono buono) di Coyne, e non è poco. Si sente la voce di mia figlia che urla di meraviglia....

"Mamma, è più bello di Carnevale!! Mamma, guarda, c'è Babbo Natale, anzi tanti!! Mamma, ma Babbo Natale non è solo uno???? Guarda i palloni giganti, mamma, voglio toccarne uno!!  Voglio toccarne uno!!! LO HO TOCCATOOOO!!!!!!"

Cambia ambientazione per Free Radicals. Ora sullo schermo appare uno di quei giochi kitch/assurdi giapponesi. Tante ragazzine in cerchio con solo la testa che emerge da una pedana e con una bistecca (sic) sulla fronte. Al centro della pedana una iguana o qualcosa di simile. La iguana indecisa che non sa dove andare, le bambine che urlano ogniqualvolta sono puntate dallo sguardo famelico del rettile. Ogni volta che parte il refrain "you think you're radical, but you are not so radical, you are just fanatical" l'iguana si muove impazzita sulla pedana come presa da un attacco di panico... Ma come fa a continuare le riprese con lei che le urla continuamenete nelle orecchie...

"MAMMA, posso cantare?
Lu finc ARRADAGOL, baggià FANADAGOLL...
Mamma, possiamo andare da papà?? VOGLIO ANDARE DA PAPA'!!! VOGLIO ANDARE DA PAPAAAAAAAAA'!!!. Mamma, che stai pensando??"

"Cazzo, come faccio a confessargli che è un grande spettacolo e che ne è valsa la pena??? Se lo faccio posso mettere la croce sull'ascolto di qualunque altra roba per i prossimi 30 anni....Però lui è proprio drogato, guardate le pupille!!"

Andiamo avanti con il nastro, superando il toro giallo luminescente che si agita sullo schermo, reso impazzito (anche lui???!) dal ritmo sincopato di Yoshimi Battles The Pink Robot Part #1 ed arrivando a Vein of Stars. Vein Of Stars è già per se stesso un pezzo estremamente suggestivo, ma questa nebulosa (sembra quella di Islands dei KC) con le stelle che la compongono che fuggono fuori dallo schermo è veramente un adeguato complemento alla musica.

STOP.
La registrazione della videocamera finisce qui sul più bello (doveva appena iniziare A Spoonful Weights a Ton), Peccato, uno dei miei pezzi preferiti con tutti quei teletubbies. In compenso ho qui (anche se la qualità delle immagini e dell'audio non sono eccelse) grandi esecuzioni di The Wand, Do You Realize, Yoshimi part #1 (come già detto, allucinante in tutti sensi.) e #2 (il solito immancabile guanto-pupazzo dalle sembianze di una suora) . A conti fatti, il tutto è stato più o meno quello che mi aspettavo, anche se non hanno inserito in scaletta una buona parte dei brani di At War (vedi Pompeii, It Overtakes Me) che avrebbero potuto beneficiare delllo straordinario connubio scenografia-musica su cui tutto il concerto è stato basato (per i detrattori questo è il vero limite dei FL dal vivo, per  me no, per mia filglia neanche...). La voce di Wayne Coyne, come al solito, esige comprensione, ma la bellezza forse è tutta là.

PS#1
NIckGhostDrake, il giro nella palla gonfiabile, qui a Roma, non c'è stato. Altra piccola delusione...

PS#2
Sabato scorso sono andato al concerto dei Baustelle (da solo, non c'erano palloni e stelle filanti per far divertire mia figlia, questa volta). Avevano un mare di assistenti di palco (per il montaggio, per l'accordatura degli strumenti, ecc). Loro sono arrivati solo alla fine, come tanti "piccoli divi crescono". A pensare che i mattacchioni americani si sono montati il palco praticamente da soli, come al solito. E anche questo fa parte della loro unicità.

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