E và bene, lo ammetto, anche a me, a suo tempo, il primo estratto di questo album (You Found Me) aveva distrutto le balle dato che era trasmesso da quasi tutte le radio a quasi tutte le ore, tuttavia, un giorno d'estate di un anno dopo, per puro caso, decisi di ascoltare tutto l' album e devo dire che mi sono dovuto ricredere.

Sono d' accordo con coloro che credono che i "The Fray" rimangono costantemente "in bilico" tra l'essere un artista che vuole comporre buona musica e quello che vuole rimanere in testa alle classifiche a lungo; mi trovo meno d'accordo, invece, con chi sostiene che questo quartetto del Colorado sia troppo uguale ad altri gruppi che condividono il suo stesso genere ("Pop-Rock"/"Piano-Rock") come ad esempio i Keane.

Dunque, questo lavoro è uscito nel 2009 ed è il secondo album in studio dopo "How To Save A Life", composto da 10 tracce scritte praticamente tutte dal cantante Isaac Slade e dalla chitarra ritmica e seconda voce, Joe King.

L'opera si apre bene con una delle migliori canzoni, ovvero "Syndicate" e continua con "Absolute" dove le chitarre giocano un ruolo fondamentale. La terza, "You Found Me", per quanto adesso possa non dispiacermi, preferirei saltarla e arriviamo dunque a "Say When" e "Never Say Never", tutte e due molto buone, la prima dall' impronta più "rock" mentre la seconda è una ballata più pop. Dopo queste due arriva la canzone che preferisco, ovvero "Where The Story Ends", che fin dall riff principale è riuscita a catturarmi anche se non a convincermi fino in fondo, ecco perchè consiglio di ascoltarla più volte per riuscire ad apprezzarla veramente. Ecco, dunque, che arriva "Enough For Now": ennessima buona canzone pop-rock, ben ritmata, che fa scorrere piacevolmente tutti i suoi 4 minuti. Seguono "Ungodly Hour", un' altra ballata dove Joe King si improvvisa cantante principale, e "We Build Than We break" che come "Little House" nel disco precedente, ha il compito di "risvegliare" un pò l' ascoltatore proponendo un suono più particolare e più duro. L'ultima, "Happiness", chiude degnamente questo discreto lavoro, composto dalla giusta unione di pianoforte e chitarre elettriche. Particolare è, come negli album precedenti, l'accento di Slade e il suo modo di cantare: davvero molto tirato e quasi "lamentoso"; tuttavia, se si riesce ad abituarsi a queste due piccole cose, l' album può risultare molto più gradevole.

Per concludere, se questo "The Fray" si presenta migliore e più "vivace" rispetto al primo, anche le canzoni sembrano risentirne, diventando molto più radiofoniche e non ricercando più quel suono quasi "Indie" che aveva caratterizzato poitivamente, sempre a mio parere, "How To Save A Life".

Perciò, non provando nessun tipo di odio verso questa Christian band e tenendo conto delle osservazioni precedenti, credo che i "The Fray" un buon 3 lo meritino completamente. Sono inoltre fiducioso per il loro prossimo album che dovrebbe uscire proprio per fine 2011, in quanto spero in un'ulteriore crescita artistica della band che con quest'opera è riuscita, in parte, a compiere.


  • tomgil
    25 apr 11
    Recensione: Opera:
    Mai approfonditi. Il cantante ha una voce piuttosto monotona.
  • alexx
    25 apr 11
    Recensione: Opera:
    guarda, nel peggio sono tra i migliori, hanno qualcosa di buono, diciamo che si lasciano ascoltare - se solo non si preoccupassero di essere i coldplay americani a tutti i costi...il prossimo probabimente sarà orribile :)))
  • Reehkallak78
    25 apr 11
    Recensione: Opera:
    Alexx: i Coldplay non li conosco molto bene, però dalle poche canzoni che ho sentito non riesco a trovare alcuna somiglianaza. Comunque io rimango fiducioso ;)
  • alexx
    25 apr 11
    Recensione: Opera:
    ma dai
  • Tobby
    26 apr 11
    Recensione: Opera:
    Ecco se potessi scegliere un genere da depennare dall'universo il piano-rock sarebbe tra i papabili candidati.
  • Reehkallak78
    26 apr 11
    Recensione: Opera:
    @Tobby: ahah, io invece sai chi depennerei? Tutta quella musica di plastica come l' house, la dance, l' Hip-Hop, gran parte del rap, gran parte del pop e buona parte dell' elettronica in generale. In più anche gente come Otto Van Schirach, che qui è considerato com una leggenda ma penso che mi basterebbe una lattina di coca-cola per fare rumori ( perchè di questo si tratta )superiori ai suoi. Cmq ognuno ha suoi gusti e io rispetto i tuoi, anche perchè, da quello che ho visto, sei tra quei pochi Debaseriani che quando criticano hanno una loro logica, quindi ;)
  • Reehkallak78
    26 apr 11
    Recensione: Opera:
    @alexx: ahahaha, va bene dai, lo ammetto, un pò si assomigliano però io preferisco questi ;)
  • boyintheocean
    27 apr 11
    Recensione: Opera:
    Io invece non depennerei alcun genere o artista, bensì i fan dei generi che non mi piacciono. Andrei alle radici insomma. Cmq.. La voce è il punto debole di questo gruppo, opinione mia, troppo "lagnosa". E poi non capisco il perché dell'etichetta "Christian": che mi frega a me quello che uno prega? Buona rece.
  • Reehkallak78
    27 apr 11
    Recensione: Opera:
    @BOYINTHEOCEAN: in realtà l' etichetta Christian accompagna sempre un genere di musica ( come il piano-rock in questo caso ) non perchè le band vogliano rendere pubblica la loro fede ma perchè nei testi sono presenti espliciti riferimenti al loro credo. Per quanto riguarda i The fray, loro hanno detto di essere cristiani ma di non voler essere etichettati con tale genere, anche se nei loro testi compare più volte un esplicito riferimento alla loro fede ( La prima strofa di You Found Me dice proprio "I Found God" )
  • alexx
    27 apr 11
    Recensione: Opera:
    @Reehkallak: a 'sto punto anch'io, considerando come stanno ormai messi i beneamati Giocofreddo! ;)
  • boyintheocean
    28 apr 11
    Recensione: Opera:
    I Coldplay, se Chris riesce a contenere i sintomi di incipiente rincoglionimento da starbiz, sono varie spanne sopra a costoro.

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