First Album”, primo album dei Fugs, è uno dei pilastri dell'underground americano degli anni Sessanta.

Ammirati da Dylan, precursori del punk e della new wave, sarcastici e anticonformisti, i Fugs sono tutt’ora considerati una band che “occupa uno spazio importante all’interno della storia del rock” (E. Assante, G. Castaldo, “Blues, Jazz, Rock, Pop”, Einaudi, 2004, p. 308).

La data della loro fondazione risale al 1964, quando il giornalista Tuli Kupferberg e il poeta, editore e creativo Ed Sanders diedero inizio ad una serie di happening artistici nel Greenwich Village di New York col nome di Fugs. Ad arricchire la formazione si aggiunsero presto Peter Stampfel, Ken Weaver e Steve Weber; molti altri artisti parteciparono alla realizzazione dell'album di debutto.

Le loro canzoni, sin dai primi tempi, erano espressione dell’altra faccia della società americana. La demitizzazione dell’american dream e la contrapposizione alle star artificiali del consumismo musicale faranno dei Fugs uno dei gruppi cardine del primo alternative rock. Nel ’67 parteciparono ad un sit-in di protesta davanti al Pentagono in cui Senders tentò di esorcizzare gli spiriti maligni che infestavano l’edificio: primo esempio di un esorcismo rock. Grazie all’utilizzo di testi satirici e sovversivi, ad un sound bizzarro ed innovativo, anticipatore del punk, i Fugs furono considerati dagli artisti dell’epoca i leaders di un movimento artistico rivoluzionario.

Il loro primo album fu registrato dal vivo nel 1965 col titolo di “Village Fugs” e poi ristampato nel 1966 come “First Album” dalla ESP, casa discografica indipendente. Spesso dissonanti, le melodie presentano forti influenze folk, africane, popolari e indiane, creando così una commistioni di generi volta a ridicolizzare l’American way of life. Le canzoni, a tratti recitate, salmodiate, parlate o solo cantate senza accompagnamento strumentale, ricordano talvolta ballate sullo stile dei raga indiani o dei canti mistico-religiosi africani.

L'impegno sociale della band si ritrova nei testi, talvolta nichilisti - come “Nothing” - ma sempre pungenti, che inneggiano contro l'ipocrisia, la repressione sessuale, il consumismo e la guerra. La versione grottesca di “I saw the best minds of my generation, tratta della celebre poesia “Howl” di Ginsberg, è il brano più celebre dell’intero album. Il grande valore artistico-creativo di canzoni quali “Supergirl”,Slum Goddess e “Boobs A Lot, la sperimentazione vocale e strumentale che raggiunge l’apologia con “Carpe diem, canto esistenziale d’impronta teatrale e “War kills babies, sono superati solamente dalle opere del primo Zappa.

First Album” è un album rivoluzionario e innovatore nella storia del rock, immancabile nelle discoteche di ogni appassionato.

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