Ogni genere musicale porta con se un nugolo di emozioni e sensazioni diverse, in cui l'ascoltatore si immerge con delicatezza. A me capita a volte che per un genere come lo space o l'ambient rimango perso in una dimensione altra, il metal mi da quella potenza di cui avresti bisogno ogni giorno, il rock un'allegria inconsueta. Eppure i The gates of slumber sono riusciti a creare in me qualcosa che prima di conoscerli non mi era mai capitato. Saranno i suoni acidi della voce e chitarra di Karl Simon, sarà l'esasperante lentezza del loro vetro sonoro... Sta di fatto che il gruppo di Indianapolis riesce a rievocare con il suo sound scarno e anche abbastanza grezzo, un mondo al limite, vissuto dai derelitti, dagli annientati della società. E' tutto il contrario del doom "classico", cioè quello dei Candlemass, dei My dying bride in cui l'annientato è l'uomo, ormai solo contro tutti. Per i The gates of slumber è il tutto che ormai è marcio, sfaldato sotto la stessa violenza dell'animale uomo, con le sue convinzioni, le sue guerre personali, le sue religioni...

Ecco in sintesi i temi portanti su cui si regge "Conqueror", terzo full lenght del trio americano (Karl Simon voce e chitarra, Jason McCash al basso e Bob Fouts alle pelli). Per trattare questi temi, nel loro modo rude e "crudo" di vedere la vita, hanno scelto come personaggio del loro album Robert Ervin Howard, scrittore americano considerato il padre del movimento chiamato "heroic fantasy" e cha ha in Conan, personaggio creato proprio da Howard, il suo massimo "eroe". E' il mondo di Howard quello utilizzato dai The gates of slumber per contrapporlo al nostro: Conan viveva in una società arretrata, poco evoluta, eppure i personaggi che la popolavano agivano con naturalezza per il bene di tutti. Oggi invece nonostante il mondo sia in "evoluzione" rispetto a quello barbarico di Howard, sono le persone stesse ad essere cambiate, diventate macchine del potere, catalizzatrici di ricchezza.

E' per questo motivo che l'umanità è intrappolata in se stessa e non riesce a trovare sbocco dalla sua ragnatela ("Trapped in the web"), mentre il mondo bestiale di Conan è così vivido da essere palpabile, lontano dalla corruzione, sebbene le sue stranezze ("Conqueror", "Ice worm", "To kill and be king"). In "Children of Satan" invece, la band si scaglia contro le riligioni in generale, e il senso di oppressione che danno alle persone.

Album pregno di significati quindi, impreziositi dal tipico sound del trio. Discorso a parte va fatto per la conclusiva mastodontica "Dark valley suite", questa si più legata al doom esistenziale di band come My dying bride e i Solitude Aeturnus. Il break centrale è una nenia oscura con la quale si scende negli abissi di un mondo dimenticato da Dio. Un paradiso infernale in cui il paesaggio circostante non lascia speranza alcuna.

E' tutto finito...

1. "Trapped In The Web" (4:57)
2. "Conqueror" (8:15)
3. "Ice Worm" (5:19)
4. "Eyes Of The Liar" (7:21)
5. "Children Of Satan" (7:18)
6. "To Kill And Be King" (8:43)
7. "The Machine" (3:39)
8. "Dark Valley Suite" (16:28)

 

Carico i commenti...  con calma