Recensisco l'ultimo album dei Jam, pubblicato nel marzo del 1982.

Si tratta di un album sottovalutato nella produzione del trio di Woking, probabilmente perchè rappresenta un cambiamento notevole rispetto le produzioni precedenti, vale a dire rispetto la miscela New Wave/Power Pop/Post Punk cui il gruppo ci aveva fino a quel punto abituato.

Cambiamento causato anche, dalla consapevolezza che la formula Mod del gruppo era giunta, con gli ottimi album precedenti, al capolinea. In quanto tale è forse l'album tra i Fans più controverso. Chiaro ormai come per Paul Weller la formula musicale del trio fosse diventata troppo stretta, forte la necessità di guardare oltre e di porsi nuovi obiettivi musicali.

Dal punto di vista musicale quindi Paul manifesta chiaramente il suo amore per un certo Soul anni '60 (Stax/Motown), il gruppo vira in direzione R'& B', Funk e perchè no Calypso con l'aggiunta di fiati e di tastiere, suoni gia' in parte sperimentati nel singolo dell'anno precedente "Absolute Beginners" (splendido il retro "Tales From The Riverbank"). Echi di questa nuova direzione (Style Council) si avranno anche nei due successivi singoli "The Bitterest Pill" e "Beat Surrender"; li poteva tranquillamente rilasciare anche sotto la nuova sigla.

I Testi rispecchiano invece l'impegno e la l'attenta osservazione della "Working Class" inglese e per i suoi eroi (probabilmente suo padre). Tuttavia non si limita ad un commento, anche sotto questo aspetto Weller è sempre più sicuro delle sue battaglie politiche, tutti temi che piu' avanti porterà a compimento nella prima fase degli Style Council.

Il risultato è un album pieno di cambi stilistici, cambi che durano giusto il tempo necessario per non annoiare l'ascoltatore. A cominciare dalla splendida "Town Called Malice" singolo apripista assieme al retro "Precious".

"Town Called Malice" è un chiaro omaggio musicale allo stile Motown (You Can't Hurry Love), il brano irresistibile è condotto da una splendida linea di basso, seppur non originale, non era comunque la prima volta (Start/Taxman). "Happy Together", "Running On The Spot", "Ghosts" e "Just Who's The 5 O'Clock Hero?" rimangono invece fedeli al classico sound  dei Jam, si tratta di brani tutti godibilissimi, spesso assenti nelle varie raccolte proposte sul gruppo.

Interessanti ed in parte riusciti gli esperimenti Funk (anche se derivativi); "Precious" con uno splendido lavoro al basso da parte di Bruce Foxton, ricorda tuttavia un brano inglese del periodo "Papa's Got A Brand New Pigbag", "Trans-Global Express" invece non convince del tutto. La Title Track, sembra già sentita ed in effetti possiamo considerarla un'omaggio ad un gruppo particolarmente amato da Paul, gli Small Faces di "Don't Burst My Bubble".

Dato che l'album presenta diversi stili ecco che Weller offre anche il "Caraibico-Calypso" di" The Planners Dream Goes Wrong", per molti addirittura il peggior brano dell'intera discografia del trio, non sono d'accordo il secondo album "This Is The Modern World" ne contiene di peggiori. "Carnation" non convince completamente, bella la melodia buono il testo, non azzeccatissimo l'assolo centrale al pianoforte. Un riempitivo lo strumentale "Circus"

Ultima nota per la citata "Ghosts" dotata di un bel testo, si prefigge il raggiungimento della felicità, interpretata benissimo da Weller su un tappeto di fiati.

"The Gift" è quindi un album consigliatissimo e pieno di brani realmente riusciti. Espressione della maturità ormai raggiunta da Paul Weller.

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