Un live epocale, uno degli eventi musicali che sono rimasti scolpiti nella storia del rock non solo per l'ottima performance dei nostri, ma anche per l'alto livello di spettacolarità dell'esibizione stessa, che ha elevato Hendrix a mito. Avrò avuto 15 anni e con un mio amico guardai su un canale satellitare lo speciale di questa performance storica, rimanendone estasiato, colpito da cosa riusciva a fare questo ragazzo afroamericano con la sua chitarra, incredibile! Penso che la stessa sensazione la ebbero gli spettatori che assistettero all'evento, in quella lontana domenica sera del 16 giugno 1967 al festival di Monterey, piccola cittadina californiana che ebbe la fortuna di ospitare questi tre giorni di grande musica in piena "Summer of Love"..

Jimi Hendrix, dopo aver fatto una lunga gavetta alla corte di vari gruppi tra i quali quello di Little Richard nei primi anni '60, fu preso sotto l'ala protettiva di Chas Chandler, ex bassista degli Animals, che portò il chitarrista ad esibirsi in Inghilterra, affiancato da Noel Redding e Mitch Mitchell, membri della futura "Experience", forse con i Cream il più celebre "power trio" della storia del rock. Grande era la voglia di Jimi di sfondare negli States, nazione da dove partì sconosciuto qualche mese prima, ed il festival di Monterey rappresentava per lui un'occasione ghiottissima per far vedere le sue straordinarie qualità nella terra natia... Gli Who di Pete Townsend avevano appena finito il loro concerto, conclusosi con la distruzione dei loro strumenti dopo una performance incendiaria e sul palco salì un ragazzo biondo e minuto, tale Brian Jones degli Stones, che introdusse gli Experience, definendo Hendrix come "il miglior chitarrista che abbia mai sentito". Dopo pochi secondi il trio salì sul palco dando il benvenuto con una versione abrasiva ed eccezionale di "Killing Floor", dove Hendrix, avvolto da un "boa" rosa pastello, si lancia in un riff veloce e potente, lasciando sbigottita la folla che mai fino ad allora aveva sentito una cosa del genere.. Jimi si muove con sicurezza, determinato a fare un grande show, maltrattando la sua stratocaster fino allo spasimo, con assoli e riff al limite, aiutato dai fidi "scudieri" che tentano di stargli dietro nelle sue improvvisazioni, con risultati eccellenti.

Dopo una "Foxy Lady" energica dove il nostro si fa vedere in tutta la sua abilità suonando il suo strumento con i denti e dietro la schiena, veri marchi di fabbrica del musicista di Seattle, Jimi delizia il pubblico con l'ottima cover di "Like a Rolling Stone" di Dylan, autentica perla musicale, con una chitarra morbida ed efficace. Sarà solo la prima di una serie di rivisitazioni del repertorio di Dylan, artista da sempre molto apprezzato da Jimi, come la forse più famosa "All Along the Watchtower" che sarà poi inclusa nello storico album "Electric Ladyland" l'anno successivo.. L'esibizione prosegue spedita senza tentennamenti da parte della band con altre pietre miliari come "Hey Joe", "Can't you see me", "Rock me Baby", pezzi storici eseguiti in maniera impeccabile dal trio, con forza e peripezie tecniche, feedback e distorsioni che sembrano provenire da un altro pianeta; Hendrix ringrazia il pubblico che lo acclama, sorridendo con la sua aria sorniona ed allegra, dicendo loro che alcuni mesi prima si trovava con le pezze al culo e sconosciuto al mondo, mentre ora era stato travolto dalla celebrità, prima di introdurre un altro brano storico del suo repertorio, la delicata e magica "The Wind Cries Mary".

La vera sorpresa arriva a fine concerto; dopo un infuocata "Purple Haze" con la chitarra sbattuta e violentata contro gli amplificatori, Jimi afferra un' altra sei corde e si lancia nel brano conclusivo, "Wild Thing". Dallo strumento escono suoni mostruosi, distorsioni al limite; la chitarra sembra quasi si lamenti, urla e si contorce nelle mani del musicista che spreme da essa tutto il possibile. Jimi la prende, la posa per terra e dopo essersi chinato su di essa simulando quasi un rapporto sessuale con essa, tira fuori un botticino di benzina e le da fuoco, tra lo sbigottimento dei presenti.. Lo strumento brucia, da esso escono suoni metallici ed infernali, Hendrix la raccoglie in fiamme e la distrugge contro il palco, gettando ai presenti gli ultimi pezzi rimasti e ritirandosi dietro le quinte con la sua band, lasciando tutti senza fiato. La folla rimane scioccata da quanto visto, in preda ad eccitazione ed a paura nel vedere il chitarrista fare una cosa del genere, nell'assistere ad una sorta di rito ancestrale tra il musicista ed il suo strumento.

Jimi sapeva cosa voleva ottenere e l'ha ottenuto; dopo un'ottima performance musicale che da sola sarebbe bastata e avanzata, questa scena finale lo elevò a "stregone" della sei corde, lasciando un'immagine indelebile della sua grandezza negli anni a venire..

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