Premessa

Jon Spencer. Cosa possiamo dire di lui? Sicuramente che è australiano, che è stato leader dei Pussy Galore, una band nata quasi per gioco, poi affermatasi nella scena underground americana, che la sua è una figura assai carismatica, che è un personaggio, e così via. Jon Spencer è uno che canta, suona (oltre alla chitarra, il theremin), che dal vivo sbraita, salta, si agita, coinvolge il pubblico. I JSBE nascono intorno ai novanta, ovviamente per iniziativa di JS; nella band (e non è una novità) manca il basso, ci sono soltanto batteria (Russell Simins) e chitarra (lo stesso JS e Judah Bauer). Una scelta che predilige evidentemente la grezzezza e l’immediatezza del suono, a discapito della strumentazione. Pochi ma buoni.

Now I Got Worry

Se c’è una cosa che Jon Spencer sa fare bene, è mischiare con disinvoltura e naturalezza generi diversi e variegati come rock, blues, punk, rockabilly, funk in una miscela explosi-va, che definire punk / garage – blues appare poco evocativo. JS ha una abilità non comune nel rivisitare vecchie melodie, nel de-strutturarle, nel rimontarle, impiantando in esse nuove idee con uno spirito nuovo, quasi anarchico, ribelle e casinista, che si traduce in un approccio (apparentemente) arronzone e casuale sia allo strumento che alla performance dei brani. Come a dire, faccio questo mestiere a tempo perso. Ma dietro si nasconde conoscenza e competenza musicale, perché per poter riciclare vecchie idee devi pur sempre conoscerle. E così fa JS, le assimila, le digerisce, e ne tira fuori qualcosa di suo. Più che un timido track by track preferisco usare qualche aggettivo adatto al ciddì: esuberante, trasandato, diretto, incazzato, intenso, vivace, energico, appassionato. Più che ascoltare qualche traccia, bisogna ascoltarlo tutto d’un fiato. E farsene un’idea.

Impressioni

Perché contano anche quelle. Fate voi, ma ascoltare questo ciddì a me fa venire in mente una saletta di registrazione con dentro tre ragazzotti sbattuti e menefreghisti, che suonano a intervallo, che intanto si fanno una birra, ripresi dagli impazienti produttori. Così, fottendosene egregiamente. Ma per l’appunto sono impressioni. E quelle variano facilmente. Anche se lo stereotipo del ragazzaccio calza a pennello a Jon Spencer.. difficile vederlo diversamente..
Saluds

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