Attenzione: questa recensione parla di lati A e di lati B, in quanto tale è chiaramente basata sull'ascolto di un disco di vinile.

I Kinks ci hanno regalato tanti piccoli gioielli pop e Ray Davies era un genio. Punto.

"Face to Face" è un discone. Altro punto.

Uscì nel 1966, dopo la bellezza di 30 anni precisi viaggia ancora come una scheggia. Ci sarà un motivo. E il motivo è che questo ellepì è la prima esibizione di classe, sostanza e concretezza dei Kinks, un album cioè in cui dimostrano di poter fare tante cose e fatte bene. Sentite l'opener "Party Line", un pezzo trionfante, irresistibile, energico che non ha perso nulla della freschezza di un tempo. Tutto il primo lato è un alternarsi di diversi generi riportati rigorosamnete al kinkssound, resi organici dal genio unificatore di Davies. E quasi ogni canzone è un trionfo: dal pop vignettistico e ironico di "Dandy" alla bellissima maliconia di "Too Much on My Mind" passando per il rock auto-referenziale di "Session Man", la sobriamente epica "Rainy Day in June" e di nuovo il gioioso pop di "House in the Country" (quanto insegnò Ray Davies all'allievo Damon Albarn sulle case in campagna e non solo) ? Una sequenza irresistibile, uno show di bravura ammirevole.

Dopo un primo lato così ricco di belle canzoni è naturale un piccolo calo di tensione nel lato B che comunque inizia ancora all'arrembaggio con il rock di "Holiday in Waikiki" (che tra l'altro ha un riff irresistibile). E' la cifra stilistica dell'album, che poi consiste in un alternarsi di emozioni contrastanti, dall'allegria travolgente di "Holiday…" all'oniricità malinconica di "Fancy". E comunque il secondo lato contiene un altro capolavoro straordinario dei Kinks: "Sunny Afternoon" che come i migliori pezzi dei Kinks racchiude cosi tanto in così poco tempo!

"Face To Face" è il primo capolavoro dei Kinks, quello in cui Ray Davies inizia a far trapelare la sua visione ironica e malinconica del mondo, una sorta di mappatura della società britannica e non. Il garage rock degli inizi lascia spazio alle sfumature, alle tinte delicate, sebbene in "Face to Face" l'arte di Davies non escluda nulla del recente passato preferendo procedere per addizione, arricchendo il suono e le soluzioni compositive. Questo rende "Face to Face" anche uno degli album più godibili, divertenti e immediati dei Kinks. Go get it.

Carico i commenti... con calma