Per chi non lo sapesse i Byrds si sono riformati negli anni ottanta e hanno deciso di chiamarsi Long Ryders... scherzo, naturalmente! Ma è pur vero che il gruppo di Sid Griffin può ben fregiarsi del titolo di nuovi Byrds, eppure il nostro eroe era partito come un arrabbiato "garagista" a suonare nientemenoche alla corte di Shelley Ganz negli Unclaimed. E dovete sapere che Ganz era un vero e proprio paranoico convinto che la musica si fosse fermata nel 1966 con i Count Five e i Chocolate Watchband! Chiaramente uno spirito libero come Sid, che ogni sera accendeva un cero al santino di Gram Parsons, non poteva resistere a lungo con un personaggio del genere e quindi mette su un quartetto chiamandolo con questo nome a causa delle sue passioni, il cinema western crepuscolare di "The Long Riders" (da noi "I cavalieri dalle lunghe ombre") del regista Walter Hill, cambiando però la "i" con la "y" in omaggio alla sua band preferita: i Byrds. E negli anni il gruppo riesce ad affinare sempre più il suono, dalla grezza ma trascinante psichedelia dell'inizio, ad un country moderno che rimane però legato a sonorità di byrdsiana memoria, entrando a far parte di diritto di quella corrente detta Paisley Underground che rinverdisce il mito della Weast Coast.

"Two Twisted Tales" del 1987 è il loro canto del cigno e la prova di questa modernità fedele al passato: rock a manetta negli episodi più duri come "Gunsinger Man" o le chitarre taglienti di "Prairie Fire" o il garage grintoso di "Long Story Short", condito da assoli della solista come se ne facevano una volta.

Ma il resto del disco è il regno delle ballate di sapore byrdsiano. A cominciare dallo spudorato jingle jangle e dai coretti di "I Want You Bad", per proseguire con la stupenda "Man of Misery" e la narrazione accompagnata dalla dodici corde e dal mandolino di "Rest of My Days", puro west coast negli affondi della slide di Steve Mc Carthy. Ma c'è ancora posto per la tensione elettrica di una ballatona avvolgente come "A Switch in Time" e per il jingle psichedelico di "Babes in Toyland", oppure per la fiesta messicana di "The Lights Gets in the Way" addobbata con l'accordeon di David Hidalgo dei Los Lobos, velata di malinconia perché la domenica sta per finire e domani inizia una lunga settimana di trabajo.

Se non ci fosse musica come questa la vita sarebbe più molto più dura...  

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