E' faccenda abbastanza semplice fare il tutto esaurito in un posto grande un paio di volte il soggiorno di casa; se si aggiunge a questa considerazione logistica il fatto che che i Love Substitutes viaggiano alla media di neanche 10 concerti l'anno (anche meno), si capisce perchè 60/70 persone abbiano riempito questa minuscola sala per musica dal vivo.
Il posto si chiama Molens Van Orshoven, è un ex birrificio nella zona industriale di Leuven (una volta qui si produceva la Stella Artois) che comprende un  teatro, una sala esposizioni, e l'immancabile pub.

Un po' dopo le 22, ecco i Love Substitutes: Craig Ward sembra un po' alticcio, la barba sfatta, la camicia grigio-celeste con le maniche tirate su;  Rudi Trouvé, con un ghigno sinistro sul viso, vestito di nero dalla testa ai piedi è -nonostante l'aspetto poco rassicurante- di ottimo umore; Mauro Pawlowski, un improbabile dandy fiammingo, in giacca e pantaloni scuri e per quasi tutto il concerto con lo sguardo perso chissà dove; infine Bert Lenaerts al basso, che sembra essere l'unico sano in questa accolita di folli.

Il protagonista della serata sarà Craig Ward; il suo chitarrismo - semplice ed essenziale - viene arricchito da delay, loop, accenni di melodia, riff pesantemente sottolineati dal big muff. Al contrario Trouvè - fra un dialogo e l'altro con la chitarra di Ward - tortura il suo strumento per la maggior parte del tempo: pennate isteriche, controtempi, stecche, ad un certo punto «suonando» la chitarra con una tromba giocattolo, facendo di tutto per ottenere più rumore possibile. A fare da sottofondo ritmico, oltre al già menzionato Lenaerts, c'è Pawlowski, occupato a menare fendenti sulla batteria (anche a casaccio, perdendo le bacchette diverse volte). Difficile parlare di «canzoni» o incasellare i Love Substitutes in un qualche stile: qui ci sono semplicemente dei musicisti che hanno deciso di dare alla loro (matta) creatività libero sfogo.

Il concerto si conclude con Craig Ward che dà il colpo di grazia al rullante della batteria (già abbondantemente massacrato nel corso della serata) e Pawlowski che pensa bene di salutare il pubblico mettendosi detto rullante in testa. Craig cerca di iniziare un'ultima improvvisazione - l'ennesima della serata - tenendo il tempo su quello che rimane della batteria, ma non c'è nulla da fare, gli altri sono già scesi dal palco a chiacchierare e iniziano a smontare gli strumenti. Ridono tutti, è stata una bella serata, si sono divertiti loro e ci siamo divertiti noi.

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