Ho sempre considerato i Moody Blues una delle migliori formazioni degli anni 60. In un periodo così prolifico dal punto di vista musicale, la loro musica si sveste di ogni clichè per creare forse la più riuscita opera di rock-sinfonico mai prodotta. Fautori di un proto-prog insieme a Jethro Tull ed altre poche formazioni, i nostri Moody Blues si gettano in questo album nel non facile intento di costruire un concept-album basato sullo scorrere del tempo nell'arco delle 24 ore del giorno; la struttura del disco parte infatti dall'alba per seguire, canzone per canzone, una intera giornata.
A parte la maestosità dell'intero lavoro - è infatti la London Festival Orchestra ad accompagnare la band - ciò che colpisce è la giusta "contrapposizione" tra le sezioni orchestrali e quelle cantate e suonate dal gruppo capitanato da Justin Hayward. Spesso il "salto" è pressochè impercettibile come tra la iniziale "The Day Begins" e la successiva "Dawn", altre volte è più marcato vedi il passaggio da "Afternoon" a "Evening"; nonostante le perplessità iniziali che possono assalire chi si accinge per la prima volta ad ascoltare simil capolavoro, vi assicuro che non risulterà affatto noioso dedicare tempo e attenzione a questa opera, l'unico sbaglio che si può commettere è, come sempre, abusarne.
L'ambientazione sonora è quella propria di un film melodrammatico, protagonista un amore intenso che ha una svolta, forse tragica. Lo stesso mood malinconico e drammatico si respira nell'ultimo passaggio dell'album "The Night - Nights In White Satins", brano epocale ripreso in più episodi da varie formazioni quali gli italiani beatnik nel 1968 dopo che il paroliere italiano Paci parte di fantasia con la sua "Ho difeso il mio amore"; il "raso bianco" di una camicia da notte probabilmente racchiude in se la fine funesta di un amore perduto, l'unico stralcio di una passione spentasi tragicamente.
"Days Of Future Passed" diventerà il vostro compagno di viaggio lungo il protrarsi di ogni giorno che vivrete e non vi abbandonerà mai, ve lo assicuro.
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