I “The Nosebleed Connection” sono un’altra realtà tutta nostrana, proveniente da Palestrina (in provincia di Roma); realtà musicale impegnata ad offrire ai nostri padiglioni auricolari il loro metalcore, suonato in maniera egregia, prodotto ancora meglio, ricco di rabbia e pathos.

Nonostante la band, durante la sua “gestazione” non se la sia passata proprio bene (vedesi i numerosi cambi di line-up), ha sempre tirato fuori le unghia e la voglia di “spaccare tutto”, senza arrendersi mai, mostrando di avere cuore, fegato e passione da vendere per la sua musica.

Prima di iniziare, volevo solo fare una premessa: il sottoscritto non è un fan accanito del metalcore ma, nonostante questa deficienza, l’album (corredato da 11 tracks) si lascia ascoltare che è una bellezza, senza risultare né troppo ripetitivo, né, quindi, noioso. Inoltre, la band, nelle sue composizioni, riesce ad aggiungere alcune trovate personali che rendono l’ascolto ancora più easy e meno pesante.

Analizzando il disco, beh, non potevo aspettarmi che un inizio migliore! Le danze si aprono da “Fists”, tipica canzone hardcore, sorretta da riff che paiono macigni, con un singer (Sparta) che trascende il limite dell’umano sfoderando una prova maiuscola. Song rabbiosa e veloce che si conclude con degli assoli eseguiti magistralmente da Spacca_Glc (il chitarrista della band). Davvero un ottimo inizio. 

E così si prosegue, sempre con rabbia, sempre con quei riff spacca ossa, sempre con la voce spacca budella. Sempre. Avanti. Inarrestabili. Ora tiratissimi, ora più cadenzati e riflessivi ma sempre senza mai scadere nel banale. Ascoltare per credere le maiuscole prove offerteci dalla band in songs quali “God: The Loser”, “Die Hard” (aperta da ottimi riff che lasciano sfogo ad un grande mid tempo), “Cancer” (nella quale la band parte cadenzata per poi far esplodere all’improvviso verso la fine tutta la sua rabbia e la velocità), o la mostruosa “Motormouth” lanciata dalle chitarre in assolo; chitarre che accompagnano magistralmente la voce di Sparta in tutta la song che si chiude in modo del tutto inaspettato, con un cantato melodico e più pacato ottimi nei bridge gli inserti di tastiera che con i suoi fraseggi riesce a donare quel tocco in più che non guasta mai. 

Potrei continuare ancora, potrei citarvi “Blow: The Law” per la monumentale prestazione della sezione ritmica e del basso in particolare (un plauso a Svezia) e la conclusiva “Vampires”, altro grande esempio di come sia possibile comporre ottima musica con le chitarre che riescono a sfornare riff durissimi, cambi di tempo improvvisi (si passa improvvisamente dal lento al veloce e al tiratissimo! Pazzesco!) e poi quel break improvviso, quando paiono calmarsi le acque, quando il basso di Svezia ci regala una melodia unica che danza con il suono corposo delle chitarre… ma è solo la quiete dopo la tempesta. Quiete che ne preannuncia un’altra, ancora più violenta, ancora più tecnica. Stupenda. Non si poteva trovare una chiusura migliore, che offrisse un impatto così dannatamente coinvolgente.

Nient’altro da aggiungere, poco da dire. I “The Nosebleed Connection” ci hanno dato anima e corpo. Voi date loro una chance.

Per ulteriori ascolti o contatti, potete recarvi sul Myspace della band all’indirizzo:

http://www.myspace.com/thenosebleedconnection

dove vi sarà concesso di ascoltare ben 5 brani della band, in modo da farvi un’idea della stessa.

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