Nello tsunami psych-krauto-revival che ci ha investito negli ultimi anni si fatica a pescare qualcosa di originale,
affogando tra puro manierismo, rivisitazioni pedisseque che collassano su se stesse e freeform, che tanto free non sono, legati a doppio filo con un passato troppo importante per essere dimenticato.

The Oscillation (dai Silver Apples? Mah.), pseudonimo dietro al quale si cela il one-man-band Demian Castellanos,
non è certo immune da quanto scritto sopra. Ad ogni modo quello che più seduce nella personale visione musicale di questo produttore e polistrumentista è - scusate la banalità - la classe.

Se la struttura di questo disco confessa, senza nascondersi troppo, che la ritmica batte sulle strade
dell'elettronica più kosmische che possiate immaginare (pensate ai Neu! senza soffermarvici troppo però) -
la voce perennemente filtrata, i giri di basso paraculi ed il flusso spaziale ed oscuro dei suoni sintetizzati
compongono una sorta di psichedelia "ordinata" che non ti aspetti. Una contraddizione in termini, visto il titolo del disco.
"Liquid Memoryman", "Violations", "Comatone (Part One)", "Respond In Silence" e "Gamelan Mindspace" sono tutto ciò: viaggia la mente ma si muove anche il culo. Oscillazioni del bacino e cervello fuori fase.
C'è il tempo anche per un omaggio (come se tutto il resto del disco non lo fosse) a Julian Cope con una cover di
"Head Hang Low", purtroppo poco rielaborata e un po' troppo simile all'originale. Forse il rispetto per l'artista ha prevalso.
Ma non ne fate una colpa a Mr. Castellanos se poi vi sfagiola una micropunta narcolettica come "Hear Your Sadness"
da fare invidia allo stesso Cope e chiude baracca e burattini con "Visitation (Exit)": un'Odissea Nello Spazio condensata in 10 minuti. E qua scatta l'applauso.

In definitiva, tra strizzate d'occhio ai maestri krauti e cenni d'intesa col rock più sperimentale, un gioiellino psichedelico.

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