"...Le tre grandi B della musica classica erano Beethoven, Brahms e Bach, oggi le tre grandi B del blues sono Bloomfield, Bishop e Butterfield...".
Così Paul Nelson recensisce il mitico "East-West" nel back-cover del disco.
Era il 1966. Sin dai primi concerti, il gruppo formato da Butterfield (voce ed armonica), Mark Naftalin (piano), Jerome Arnold (basso), Billy Davenport (batteria), Elvin Bishop e Mike Bloomfield (chitarre), raggiunge una certa notorietà in tutta San Francisco, tanto da diventare presto oggetto d'interesse per la rinomata casa discografica Elektra.
"East-West" (pubblicato nel 1967, in seguito al loro disco d'esordio "Paul Butterfield Blues Band") non è solamente il capolavoro della band di Frisco, ma di un intero genere musicale. Pochi altri album come "Supersession", "Wheels Of Fire" oppure "Cheap Trills" sono riusciti ad estendere il significato della parola BLUES in modo tale da darne un'interpretazione personale ed originale. Il viaggio da est ad ovest inizia con il ritmo serrato di "Walkin' Blues" (colossale l'entrata in scena della voce e dell'armonica di Butterfield). Degne di nota sono anche "Get Out Of My Life, Woman", "Work Song", dove Bloomfield riesce a riprodurre esattamente l'originale frasseggio jazz di Nat Adderley, e "Mary Mary", il tormentone dei Monkees rivisitato in chiave psichedelica. Indimenticabile è la lunga suite di "East-West", dove l'armonica e le chitarre si alternano in un interminabile trip.
Butterfield, Bloomfield e compagni sono entrati nella storia per aver mescolato blues, musica indiana, jazz e psichedelia in un unico album, che più che un album, è una vera e propria opera d'arte.
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Altre recensioni
Di psychrockblues
"Le tre grandi B del blues sono Bloomfield, Bishop e Butterfield."
"Il blues diventa mondiale, l'Oriente incontra l'Occidente, scale modali che sostituiscono le pentatoniche."