Una doverosa segnalazione per un disco notevole, di un giovane polistrumentista: ‘promettente’ ma già evidentemente abbondantemente maturo. Il CD è stato inciso nel 2001, seguito nel 2002 da “Slow song” e nel 2004 da “Kalimba collage”. Normalmente chi suona bene il sax alto suona bene anche il tenore e così via per similitudini. Difficilmente però chi suona la tromba benissimo sa suonare con altrettanto profitto il sax. O il corno francese. O il controfagotto. E viceversa cantando. Il ragazzotto in questione, invece, oltre ad essere un bandleader con le palle nonchè così saggio da circondarsi di musicisti di notevole spessore, riesce a padroneggiare: sax tenore, soprano, tromba, cornetta, flauto di legno, “peckhorn” (una specie di corno francese che suona a metà tra flicorno e trombone: bellissimo!) con risultati invidiabili; non solo da un punto di vista meramente tecnico, quanto per l’ intensità espressiva e la peculiarità del suo discorrere melodico. A tutto si aggiunga che otto brani del disco su undici sono sue composizioni ben articolate ed intelligenti, che effettua con regolarità live sessions ed incisioni con i top jazz players d’ oltreoceano e che addirittura Jackie Mc Lean regolarmente suona le sue composizioni nella sua band (vedi news nel sito) ed il piatto comincia a farsi succulento per chiunque sia alla costante ricerca di valide news in campo jazzistico.

Lo accompagnano, nella fatica, Gary Fisher al piano e qualche rarissimo sprazzo di tastiera archi; Doug Weiss al basso e Kenny Wollesen alla batteria e percussioni. Nei brani 5, 6 e 7 c’è come special guest Hans Teuber all’altosax; nei brani 7 ed 11 Gaston Jean-Baptiste alle percussioni. Per dare un’idea della musica contenuta, possiamo dire che siamo, per le sonorità, nel ‘tardo Mingus’ ; per il modus con cui egli compone ed orchestra, ricorda comunque i maggiori compositori-gruppi della golden era degli anni ’60, con echi a tratti più moderni ed a tratti dichiaratamente nostalgici. Qualche richiamo ad Oregon e alla tradizione europea ECM è anche palesemente avvertibile, soprattutto nell’ uso del flauto di legno e nelle atmosfere di alcuni brani (She Moved Thru The Fair). Indubbiamente un’opera di notevole classe, che merita un modesto investimento; per molte ripetizioni di ascolto, in relax totale e pace dell’ anima con questo grande pezzo di jazz contemporaneo.

Nel sito di Peck Allmond (non aggiornatissimo, comunque!) è possibile sentire degli MP3 di “ Short Stories” : date una… ‘sneak preview’ e ditemi se non vi da l’impressione bellissima che da a me, che son qui, dopo rapido pranzo al lavoro, a sentirmelo dal CD e a dedicare dieci minuti per scrivere questa recensione, desiderando un sano, buon caffè corretto con sambuca!!!!

 1. The River
 2. Zendik Farm
 3. Word from Tokyo
 4. Julian's Sound
 5. Dr. Strange
 6. She Moved Through the Fair
 7. Mr. Okufolo
 8. It Never Entered My Mind
 9. Santa Lucia
10. Seems Like Old Times
11. Jumping Mouse

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