You who first cast the stone
Are you adorned with wings?
How could you silently suffer
The sight of your dreams' wreckage?

Creature...
Your harvest is poor
Your soul bleeds
Your eyes won't ever see

When the bread is broken
Wounds are nailed into your palms...

Solo project di Alexander von Meilenwald, ex membro dei Nagelfar(black metal band tedesca, discioltasi nel 2002), "Rain Upon the Impure" è un album duro da digerire, non nel senso cattivo del termine, beninteso, ma in quanto parte della categoria "atmospheric/doom metal", una combinazione che certamente non è come ascoltare una bella canzoncina rock, da canticchiare allegramente nelle giornate in cui ci sentiamo bene con noi stessi. I testi delle canzoni appaiono fin da subito molto complessi, carichi di metafore e concetti non semplici da decifrare. I temi affrontati sono quelli dell'oscurità, della morte, della guerra. Ascoltare quest'album è come una lenta discesa negli inferi, non quelli descritti dal buon Dante Alighieri (che non ce ne voglia). No, qui parliamo di qualcosa di molto più oscuro, qualcosa di cui lo stesso male andrebbe fiero.

Atmosfere oscure, voci che sembrano provenire da un'altra dimensione, un uso della batteria a volte soffocante, altre volte lento, quasi a scandire ogni attimo di ascolto di questo album. Ecco, proprio il nostro concetto del tempo, durante l'ascolto dell'album, tralasciando l'effettiva durata di ben un'ora e venti minuti, sembra distorcersi. Alcune canzoni sembrano non finire mai, come un'agonia che è destinata a durare per sempre (provate ad ascoltare "Soul of the Incestuous" ad esempio e poi mi dite). Mentre l'inizio dell'album poteva risultare tutto sommato "allegro", verso la fine, l'album si fa man man sempre più oscuro, con una distorsione delle chitarre e delle atmosfere, che sembrano portarci negli ultimi gironi dell'inferno (quello di Dante se proprio preferite..). La title track ne è un tipico esempio, ma come dicevo, l'intero album si attesa sempre su questi livelli, senza mai concederci un attimo di pausa. Volevate forse riprendere un pò di fiato? Mi spiace.

Il paragone con altre band, come ad esempio i vari "Burzum" o "Darkthrone", potrebbe risultare ovviamente difficile, ma senza scomodare questi "grandi" della scena black metal, ho trovato quest'album un lavoro di buon livello, anche perchè la concezione stessa di solo project, mi ha fin da sempre affascinato. Voglio dire, fare tutto da soli e farlo anche molto bene, vorrà dire qualcosa no? Inoltre, ancora una volta, un album che sembra quasi dimenticato, o forse, sono semplicemente io che ultimamente sto ascoltando albums  sconosciuti alla scena metal generale.

Ascoltare un insieme di brani del genere, per ben due volte, potrebbe risultare da folli, eppure in entrambe le occasioni, ho sentito come una pace interna, una di quelle sensazioni che solo pochi album possono darti e che ti fanno gridare al "capolavoro"(anche se poi magari, te lo tieni per te, specialmente se vedi che quell'album nel frattempo è visto malissimo dalla maggior parte delle persone). Ammetto sinceramente di non aver molto gradito, o forse non aver ben capito, l'uso della voce nella sua forma "limpida", durante alcun attimi dell'album, ma non è certamente un elemento che mi fa storcere il naso più di tanto..

La fine del nostro viaggio si completa nell'ultimo brano, fatto di rabbia, atmosfere infernali, riff distorti. Il nostro cammino sembra essere proprio giunto alla fine e non ci aspetta altro che il male più assoluto, o forse, dobbiamo solo aspettare che la pioggia cada sulla nostra impurità? 

Elenco tracce e video

01   50 Forts Along the Rhine (13:37)

02   Soliloquy of the Stigmatised Shepherd (15:39)

03   Rapture (01:16)

04   Blood Vaults (I: Thy Virginal Malodour) (15:42)

05   Soil of the Incestuous (16:24)

06   Balnaa-Kheil the Bleak (02:40)

07   Rain Upon the Impure (14:33)

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