Sin dal primo ascolto, capisci che i Silencers sono qualcosa di epico e delicato al contempo: niente clan scozzesi, niente guerre da dichiarare e niente paci da reclamare; mescolano le suggestioni della fredda loro terra e della tradizione musicale celtica (del tempo ed antica) con un gusto ed un tocco che riconosceresti di primo acchito solo negli Smiths. Dei wavers un po' tardivi, i Silencers, possiamo dirlo, visto che il loro secondo disco è datato 1989. Una voce, la loro, forse poco autorevole, a maggior ragione perché non squillante, in un panorama ricco di bands epiche e para-epiche marcianti e scalcianti, e da tour mondiale perenne.

Le atmosfere di molti dei brani di questo "A Blues For Buddha" si avvicinano, come fu per il début, a quelle di Jim Kerr ed i suoi Simple Minds, ma i toni e gli animi sono più pacati, le atmosfere più serene, le velocità inferiori ed i ritmi meno pulsanti. Anche la strumentazione è più tradizionale e poco o nulla sintetica.

Ma Jimme O'Neill e Cha Burns si sentono anche dei bravi bluesmen, e lo dimostrano appieno in questo lavoro. Un "All Night Long-blues" irrequieto, notturno, sudato freddo. Il problema è che hanno voce e suoni così delicati, così loro malgrado vellutati, che non ce li avresti mai visti, alle prese col blues, se non con quello acustico e scheletrico della titletrack. Interessanti quando, in "Sacred Child", complice l'armonica a bocca di O'Neill, i due si trasformano in hootchie cootchie new wavers.

Al di là delle scelte musicali, questi raffinati artisti presentarono un disco di musica con solide radici nella tradizione, ma senza (finte?) pose à la Geldof. Brani epici senza divismi e paninarismi. Melodie senza compiacimenti efebici. E romanticismo., verso Dio (o Buddha) e verso tutte le cose della vita. Lo dimostra più l'attitudine dei ragazzi più che le loro canzoni, sebbene vi sia new wave pura e trasognata in "Razor Blades Of Love". Se fosse stato per quelli come i Silencers, negli anni '80, il romanticismo sarebbe stato una cosa seria, autentica, su cui non speculare (troppo). Niente dischi degli Spandau e libri della Harmony. Ma poesia e new wave.

New wave for Buddha. E pure per voi.

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