Il volo degli Smashing Pumpkins iniziò proprio con questo album nel Maggio del '91, da una band che aveva iniziato senza un soldo come copione vuole e si era fatta notare show dopo show in locali scalcinati di Chicago per poi approdare anche con un pò di indispensabile fortuna alla corte della Virgin, dopo essere stati quasi per firmare un contratto con la Sub Pop.

Registrato in quarantuno giorni, al tempo il chitarrista James Iha e la bassista D'arcy erano una coppia nella vita, con Billy Corgan ancora acerbo compositore di ogni brano e Matt Chamberlain alle pelli.

I seguenti quattordici mesi passati in tour servirono a rafforzare l'alchimia tra i quattro in vista del seminale secondo lavoro "Siamese dream"; qui nel frattempo troviamo tante idee buone, sparse soprattutto nella prima parte, con riff e stacchi sognanti che poi saranno il loro trademark negli anni a venire.

Da ricordare il loro primo singolo "I Am One", dichiarazione di intenti di fratellanza giovanile, così come "Siva" e "Rinocheros" divenute nel corso degli anni presenze assidue nei loro spettacoli dal vivo.

Da segnalare con curiosità la folkeggiante e finale "Daydream" cantata dalla bassista perchè, a detta di Corgan, era in possesso di una tonalità più fredda e "distante", ideale per chiudere un album ancora logicamente immaturo ma già lisergicamente affascinante.

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