Quando il punk arrivò nel Sol Levante.

Era il 1979 e , con un due anni di ritardo rispetto ai kids occidentali, Michiro Endo fondò una band controversa fin dal nome, band che rappresentava e rappresenta tutt'oggi il simbolo del punk nipponico.

Lo so, siete abituati al devastante noise rock 'n' roll di Guitar Wolf e Teengenerate. Ma date un ascolto ai nipotini scapestrati di baffone. Non ve ne pentirete e capirete molte cose riguardo lo sviluppo di questo genere nel paese dei manga e dei Samurai.

"Stop Jap", secondo parto datato 1982, è provocazione allo stato brado. Josif Stalin era l'uomo più odiato in quel paese e un titolo simile non poteva che essere letto come una dichiarazione di puro anti-patriottismo.

Considerazioni politiche a parte, questo disco è una bomba dal primo all'ultimo secondo.

La canzone più bella e significativa è la sgangherata "Romanticist". Stupendo, nella sua semplicità semi-amatoriale, il video prodotto ai tempi. Quattro teenager incazzatissimi e in cerca di una solida identità in mezzo a tanti "ismi".

Seguono sferzate di puro punk rock come la title-track, deliziosa, e la grintossissima "Money".

Piuttosto diversa dal resto delle songs è la finale "Warusahawa No Genso", un rock paranoico e contorto che ricorda talune cose dei Germs.

Sono proprio i fantasmi di icone autodistruttive quali Darby Crash, Sid Vicious e Iggy Pop a gettare oscure e minacciose occhiate brano dopo brano.

Nella ristampa del 2003 troverete anche due note e gustose cover. Una di "Light My Fire" e una di "No Fun" (guarda caso!)

Niente tecnicismi, produzione a basso costo , pur non cadendo nel lo-fi, e tanta furia.

Seguirà l'album "Mushi" , ma gli Stalin preferiranno avvicinarsi all'hardocre punk di band come Exploited e GBH. Insomma: altra storia e altre vicende.

"Stop Jap" : da sentire per pogare e per conoscere un mondo lontano dal nostro. No, non è una frase fatta.

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