I Sugarcubes ("cubetti di zucchero") sono stati la prima band islandese a farsi conoscere all'estero, conquistandosi un discreto mercato. Sorti nel 1988 come puno di arrivo di varie esperienze in gruppi new-wave locali, si fanno notare con alcuni 45 giri caratterizzati dalla voce stridula e sottile di Bjork Gudmundsdottir. Le buone recensioni in Inghilterra e la risposta del pubblico delle indies apre la strada al primo 33 giri "Life's Too Good" del 1988, cui segue una tournèe in Europa e Stati Uniti di notevole successo. Firmano quindi per la Elektra, pur non abbandonando la piccola One Little Indian.
Segue l'anno dopo "Here Today, Tomorrow, Next Week", mentre nel 1992 esce questo "Stick Around For Joy". ancora con un pop intelligente e bizzarro, non sempre riuscitissimo, ma talora con delle soluzioni assai azzeccate.
Emergono arrangiamenti talora più rock come in "Leash Called Love" e "Vitamin", forse uno dei momenti migliori dell'intero disco. Non mancano brani chitarristici più leggeri come "Hit" e la più efficace "Walkabout", o ancora dalla strutturazione interessante, come "Lucky Night". "Happy Nurse" assume i toni di una filastrocca, mentre "Chihuahua" si colora di funk.
Tutto sommato, un disco dalla buona verve, strutture ritmiche scheletriche, prevalenza del cantato fenmminile. Curiosa copertina con spermatozoi esplosivi.
Con l'inizio della carriera solista di Bjork, la stora dei Sugarcubes si chiude.
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