"Le nostre canzoni saranno 10 volte più caotiche e potenti di quanto abbiamo mai fatto".

Questo dichiarava Bert McCracken prima dell'uscita di "Artwork"...

La storia dei The Used è molto semplice da spiegare ai profani: un disco d'esordio di qualità che mischiava elementi di pop, rock, emo, hardcore e un po' di metal, che faceva intravedere buoni segnali per il futuro, e poi la parabola discendente in nome del Dio denaro iniziata col secondo "In Love And Death" e continuata fino a oggi. E' inutile dire, che le attese da parte di fan e critica erano alte, per vedere se avremmo assistito ad un ennesimo flop o ad una rinascita e ritorno alla creatività e la potenza delle origini, a maggior ragione dopo una dichiarazione pre-uscita del genere.

Le uniche novità certe erano la new entry Dan Whitesides alla batteria (il vecchio drummer si è accasato con i Rancid) e un nuovo produttore Matt Squire (al posto dello storico John Fieldman).

E' superfluo notare, come certe frasi ad effetto, vengono rilasciate con solo scopo di alimentare l'hype intorno al gruppo e rinfocolare le vendite, magari attirando i fan della prima ora, delusi dalle ultime prove incolore. E, la sparata colossale, dei The Used, non fa eccezione. Chi si aspettava infatti un ritorno alle atmosfere e alla potenza del disco omonimo rimarrà praticamente deluso. In quanto, il disco ha un retrogusto pop a tratti plasticoso, con ritornelli praticamente facilmente memorizzabili, con il tanto auspicato appessantimento quasi nullo. Non a caso il disco soffre i ripetuti ascolti: la piattezza e la noia, dato da un songwriting blando (con tutti pezzi mid-tempo), subentrano quasi da subito.

Va detto, che in fondo l'anima pop il gruppo dello Utah l'ha sempre avuta fin dal principio, ma era un indole genuina e non tesa al ritornello radiofonico a tutti costi, che si contrapponeva a sfuriate post-hardcore o come volete chiamarle, gradualmente diminuite nel corso degli anni. E, le scorie heavy qui rimaste, suonano quantomeno fuoriluogo, come dimostra l'imbarazzante primo singolo "Blood on my hands" (sul modello di "Take it away"), esempio di pop-metal (due schitarrate dure messe al posto giusto e tanta melassa attira adolescenti) della peggior specie, con un retrogusto plasticoso non indifferente. I tempi di splendidi pezzi come "Maybe memories" e "Choke me" sembrano lontani anni luce.

Risulta più riuscita in questo senso il secondo singolo "Born to quit" mid-tempo semplice e immediato, bridge più movimentato con chitarre hard-rock, ma senza quella fastidiosa tendenza di voler far entrare due riff metalcore e un finto urletto su un tappeto pop-rock, per attirare giovani metallari. Non facciamoci ingannare: quello che "Artwork" propone è un semplice esercizio di modern rock tipicamente americano. Accostare vicino al loro nome termini come "alternative rock" o "emo" oggi, sono premi, che assolutamente non meritano.

Il punto è proprio questo, capire di cosa stiamo parlando, e nel suo ambito, quello mainstream, il disco schifo assoluto non fa, avendo anch'esso le sue melodie pronte all'uso come dimostrano gli episodi migliori ("Watered down", "Sold my soul", "On the cross" e "Meant to die"), in cui le parti melodiche riescono a essere un tantino più celate rispetto alla media. Apprezzabile in questo senso le chitarre acustiche intrecciate alle elettriche su "Watered down" che creano un atmosfera sognante e magica. Mentre strutture leggermente più varie si trovano tra i solchi della convincente "Sold my soul" con una bella coda pianistica.

Tuttavia non mancano episodi stucchevoli ("Men are all the same" su tutti) o minestroni fuoriluogo ("Come undone"). La semi-ballad al pianoforte "Kissing you goodbye" avrebbe anche il suo fascino, con un buona prima parte, peccato poi scada nel solito refrain ridondante.

Il centro focale della 'machine gun' americana è l'emblematico vocalist Bert McCracken, autore dei testi e autore di una prestazione vocale poco soddisfacente e matura, causa una timbrica vocale troppo zuccherosa. Ed è un vero peccato, perchè il suo particolare timbro fanciullesco in passato sapeva emozionare l'ascoltatore con melodie sublimi. Di certo, non viene aiutato da una produzione formalmente perfetta, ma che si rivela troppo pompata e laccata, standard per le produzioni mainstream.

Il risultato finale è altalenante e lascia molte ombre sul futuro artistico e creativo del combo, visto che per altro, loro ritengono questo il loro lavoro migliore. L'uniche certezze di "Artwork" sono due: fatta felice quella critica avversa che li aspettava al varco per stroncarli e allontanato, forse per sempre stavolta, i primi sostenitori di quella che una volta era una band onesta.

Come non rimpiangere i The Used versione 2002.

Elenco tracce testi e video

01   Blood on My Hands (03:18)

You felt the coldness in my eyes,
It's something I'm not revealing.
Though you got used to my disguise,
You can't shake this awful feeling.

It's the me that I let you know,
Cause' I'll never show,
I have my reasons.
I hate to say that I told you so,
But I told you so.

There's blood on my hands like the blood in you.
Some things can't be treated so,
Don't make me,
Don't make me be myself around you.

Straight from your eyes it's barely me.
Beautifully so disfigured.
This other side that you can't see,
Just praying you won't remember.

Feel the pain that I never show,
I hope you know,
It's never healing.
I hate to say that I told you so, but I told you so.

There's blood on my hands like the blood in you.
Some things can't be treated so,
Don't make me,
Don't make me be myself around you.

Straight from your eyes it's barely me
Beautifully so disfigured.
This other side that you can't see,
Just praying you won't remember.

There's blood.
There's blood.
There's blood, blood, blood.

There's blood on my hands like the blood in you.
Some things can't be treated so,
Don't make me,
Don't make me be myself around you.

There's blood on my hands like the blood in you.
Some things can't be treated so,
Don't make me,
Don't make me be myself around you.

There's blood!

02   Empty with You (03:24)

03   Born to Quit (03:34)

04   Kissing You Goodbye (04:09)

05   Sold My Soul (04:13)

06   Watered Down (04:11)

07   On the Cross (03:12)

08   Come Undone (03:24)

09   Meant to Die (03:47)

10   The Best of Me (04:30)

11   Men Are All the Same (05:57)

Carico i commenti...  con calma