Essendo la prima recensione di questo complesso ad apparire su DeBaser, mi sento in dovere di presentare i The Watch.

Essi sono un gruppo neo-prog italiano che grazie alla straordinaria (veramente) somiglianza della voce del cantante Simone Rossetti con quella di Peter Gabriel e ad una sconfinata passione per la dorata era '71-'77 crea questo gruppo dalle ceneri del precedente The Night Watch. Il gruppo, come testimoniato dai loro live, è in grado di riprodurre fedelmente le composizioni dei Genesis, e questo traspare nei loro album.

L'album in questione ha un ottima produzione e tutti i musicisti sono, come prevedibile, ferrati. Rossetti cantando in maniera un pò nasale e con un effetto ci restituisce molto molto fedelmente il giovine Peter (ascoltare per credere). Tuttavia, benchè il chitarrista abbia una tecnica artificiosamente molto simile a quella di Hackett, gli altri membri del gruppo non sono all'altezza di fotocopiare i Genesis. Questo sembra però il loro intento. Il chitarrista indugia in tecnicismi, il tastierista appare molto timido, quasi impaurito e resta nel background, il bassista a mio parere abusa di wah-wah, il cantante pur essendo in questo ambito il migliore, come lyricist non è assolutamente all'altezza di Gabriel e il batterista purtroppo per lui non può nemmeno avvicinarsi a Collins.

Detto questo, l'iniziale Welcome to Your Life, probabilmente la migliore, è un ottima canzone neo-prog, ma nulla di più. Colpisce il neofita l'eccezionale somiglianza con il blasonato gruppo britannico, e l'impressione è quella di un ritorno in grande stile, ai primi ascolti. Something Wrong pare un perduto b-side del 71, e personalmente credo sia la più riuscita dell'album: il gruppo non strafa e sembra più credibile. Molto consigliata per gli estimatori di cose come Twilight Alehouse. Il resto della tracklist subisce un prograssivo impoverimento di idee. Earth è una traccia dignitosa e molto tormentata, che dopo molti ascolti paradossalmente smentisce la sua iniziale impressione di piattezza; All the Lights in Town è molto curata, ma qui appare per la prima volta un grande difetto compositivo della band. Infatti, ad eccezione di Something Wrong, in tutte le altre tracce è molto raro trovare un minuto strumentale, il cantante copre costantemente la pur buona costante strumentale del complesso. La sua voce, pur essendo sorprendente, stanca velocemente, soprattutto perchè il gruppo sarebbe perfettamente in grado di sostenere estesi strumentali o comunque una sana tirata ogni tanto. The World Inside non aggiunge nulla, confermando, come le successive New Normal e Tourist Trap, l'iniziale impressione della band.

Qualcuno potrebbe chiedersi come mai dopotutto non metto due a questo volenteroso e rispettabile gruppo. Io credo che la loro stessa esistenza sia un paradosso. Essi infatti non solo ripropongono formule meglio utilizzate da altri, ma anche si propongono come i nuovi Genesis (c'è decisamente un distinguo da fare tra i The Watch e gruppi come i Musical Box), non essendo all'altezza e tuttavia non pubblicando materiale osceno. Ma soprattutto la loro esistenza in un genere che punta alla progressione è un controsenso, poichè essi contano soprattutto sulla nostalgia dei fan, e il genere potrebbe essere definito quasi Regressive rock o Retrò rock. A parte gli scherzi, non trovo per essi alcuna motivazione artistica per sussistere.

Detto questo, per gente (come me) che rimpiange i vecchi tempi andati, questa ignobile roba a piccole dosi crea graaande piacere, ma non ditelo a nessuno. 

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