Il primo lavoro solista di Thom Yorke.

Si parte con i ritmi ossessivi di "The Eraser", nome che da il titolo al disco, la voce del cantante è accompagnata prima da qualche accordo di pianoforte che poi si unisce a una batteria naturalmente elettronica. Il primo brano presenta quasi una melodia ipnotica e molto easy, sembra quasi che la copertina del cd sia diventata musica. Nel ritornello possiamo ascoltare un gruppo di angeli che accompagna il cantato leggero e sottile di Thom. Insomma un brano molto facile e allo stesso tempo molto profondo.
Il secondo brano si chiama "Analyse", primo capolavoro del disco. Brano diretto e malinconico che subito incanta l'ascoltatore... sembra una b-side dei tempi di "Kid A" e "Amnesiac" se non fosse per la mancanza degli altri quattro Radiohed, ma poco importa, questa è la prima vera perla del disco. Tocca ora a "The Clock", introdotta da una dose massiccia di campionatori e batteria elettronica, con il cantato di Thom come sempre superbo, ecco, forse in questo disco la voce di Thom acquista uno spazio che nei dischi dei Radiohead raramente riusciva ad ottenere. Qui è la voce, con le sue melodie maledettamente malinconiche, l'anello portante di tutta la struttura-canzone (ascoltatevi la parte finale di questo brano).

"Black Swan" vede finalmente la presenza di un basso e di una chitarra arpeggiante, che creano un tappeto sonoro molto interessante, per il brano meno elettronico del disco. Anche qui siamo di fronte ad una melodia che rapisce al primo istante e che trascina l'ascoltatore in un mare di suoni dove perdersi diventa necessario. La quinta traccia, "Skip Divided", ci riporta in territori mostruosamente elettronici e oscuri, Thom non canta, ma parla rendendo la canzone ancora più glaciale, poi piano piano il ghiaccio si scioglie e ritorniamo a essere circondati da quel mare di suoni che caratterizzano questo disco. Il brano è sicuramente il più Kid A del disco.
"Atoms For Peace" rapisce subito per la tastiera molto morbida e per la voce che sembra quasi rimbalzare su questo tappeto di gomma, con gli acuti che fanno salire i brividi lungo la schiena. Thom estende al massimo le sue potenzialità vocali e emozionali per il brano più "spaziale" e "allucinante" dell'intero disco. Siamo al brano numero sette, "And It Rained All Night", pezzo aggressivo, diretto come un pugno allo stomaco, pezzo che dà le vertigini e che fa girare la testa, sembra quasi di affogare nel mare di suoni e di elettronica pura, dove la voce di Thom è l'unica salvezza per poter tornare a galla e farci amico quel mare che ci circonda. "Harrowds Hill" presenta un giusto equilibrio tra il suono rock della chitarra e i sintetizzatori, sembra di vagare in un bosco marino nel cuore della notte... anche questo è un brano oscuro e trascinante, il finale, con la voce velata e qualche nota di pianoforte, cui si aggiunge una chitarra rockeggiante, è quanto di meglio si possa avere, ma il viaggio sta per finire...

"Cymbal Rush" è il brano che ci riporta a terra, e lo fa con stile e classe e con una dose di dolce malinconia che alza notevolmente il livello del disco. L'ultimo brano è un'orgia di suoni dolci, di pianoforti e di sintetizzatori e di voci di angelo che indicano la via quando sembra che tutto sia perduto.

Il viaggio, ipnotico e sognante, si chiude con le dolci note di un pianoforte. Siamo di nuovo a terra.
Il mare ci ha riportato a terra.

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