“Harmony” è un bel titolo, centrato per un gruppo che fa delle armonie vocali dei suoi tre cantanti il pezzo forte degli arrangiamenti. Non solo armonie poi, ma anche inseguimenti, controcanti, alternanze fra di loro con una strofa a testa… tutto il buono e brillante che si possa combinare in una formazione creata e messa insieme da tre frontman che vanno d’amore e d’accordo (per ora) a dividersi il proscenio.

L’apertura è affidata a “Never Been to Spain” di Hoyt Axton (quello di “Joy to the World”, pezzo molto migliore di questo) e al canto solista vi performa Cory Wells. Io ci sono andato in Spagna e mi sono spaventato con le cucaracha, zampe lunghe e velocissime. Le ho poi riviste a New York, ugualmente rapide. Mi tengo i nostri bacarozzi, scuri e timidi.

Scusate, era per alimentare la retorica del Bot. Strana la seconda canzone, nel senso di inusuale per i solitamente radiosi TDN: si intitola “My Impersonal Life”, scritta da certo Terry Furlong ed è un hard rock sensibilmente teso, coi suoi accordi in minore nelle strofe; il suo proscenio tocca a Danny Hutton. Per fortuna l’atmosfera usualmente allegra e pop del gruppo torna subito con “An Old Fashioned Love Song”, passata loro dal noto compositore Paul Williams e interpretata prevalentemente da Chuck Negron.

Il baffuto e dotato cantante ci dà dentro anche su “Never Dreamed You Leave in Summer”, una ballata uscita pochi mesi prima interpretata dal suo autore, Stevie Wonder. Per far finire la prima facciata eccoti poi “Jam”, un funky blues gonfio d’organo, attribuito al gruppo ma più che reminiscente della celebre “Gimme Some Lovin’” dello Spencer Davis Group.

Si passa quindi a sfruculiare nel repertorio di Marvin Gaye mediante la cover di “You”, magistralmente interpretata da Negron, cogli altri due soci a sostenerlo con coretti doo woop e falsetti come piovesse. Senza modestia, si passa a scomodare Joni Mitchell e la sua “Night in the City”, stranamente affidata a Danny Hutton il più “macho” dei tre. Infatti non riesce a spingere molto, dato che col falsetto non risulta efficace come i suoi compari.

Tocca ai Moby Grape essere saccheggiati, alla grande poi con “Murder in My Heart for the Judge”, un rock blues strascicato in stile Stephen Stills, gonfio di Hammond fino a scoppiare; l’ottimo Cory Wells vi si prende il suo ultimo spot da solista, cedendolo di nuovo al dominante Negron di quest’album sia su “The Family of Man”, nuovo parto di Paul Williams ma che non lascia traccia, che nella conclusiva “Peace of Mind” di certo Nick Woods, song narcisisticamente preceduta da una poesiola della moglie di Chuck, Paula Servetti.

Questo disco costituisce un passo indietro rispetto ai tre precedenti dischi dei TDN, anche se “Never Been to Spain” e “An Old Fashioned Love Song”, i suoi due singoli, schizzarono a suo tempo in classifica, restandovi adeguatamente.

Elenco e tracce

01   Intro (03:03)

02   Never Been To Spain (03:43)

03   My Impersonal Life (04:22)

04   An Old Fashioned Love Song (03:21)

05   Never Dreamed You'd Leave In Summer (03:41)

08   Night In The City (03:13)

09   Murder In My Heart For The Judge (03:36)

10   The Family Of Man (03:28)

11   Intro / Poem: Mistakes And Illusions (00:00)

12   Intro / Peace Of Mind (00:00)

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