Avete presente la sensazione che si prova quando ci si scotta con il fuoco? Oppure, al contrario, quella meravigliosa atmosfera che si può trovare solo su una spiaggia al tramonto, con il rumore del mare in sottofondo? I Thrice riescono a farci provare tutto ciò, solamente grazie alle dodici perle che compongono la loro nuova fatica discografica.

Il quartetto californiano, dopo aver abbandonato la major di turno (Island) ed essere approdata sotto Vagrant, sforna "The Alchemy Index", un sorprendente concept album incentrato sui quattro elementi. I primi due ad essere presentati dalla band sono Fuoco ed Acqua, uniti in un doppio digipack uscito nell'Ottobre 2007. I Thrice non hanno paura di sperimentare nuovi suoni, nuove soluzioni e nemmeno si spaventano alla possibilità di deludere o spiazzare completamente i propri attenti fan.

In tutti questi anni di attività (ormai ben dieci) ci hanno abituato alla continua evoluzione del proprio suono, partendo da un tirato Punk Hardcore con importanti inserti melodici (Identity Crisis), passando per un potentissimo Emocore (The Illusion Of Safety) ed arrivando a lidi Post-Hardcore (The Artist In The Ambulance e Vheissu).

Ed eccoci a parlare di questo nuovo capitolo della saga Thrice. Diciamo subito che le aspettative sono state ampiamente mantenute, infatti, seppur non originalissimo come concept, le dodici canzoni sono ottimamente arrangiate e magistralmente eseguite da tutta la band, con, vorrei sottolineare, un'ispirata prova del cantante Dustin Kensrue. Il primo elemento, "Fire", viene omaggiato con chitarre di Deftoniana memoria, riff killer di Teppei Teranishi e una martellante sezione ritimica di Eddie e Riley Breckenridge. Spiccano l'opener "Firebreather", dove la voce di Dustin si fa roca e potente al limite del growl, ma che sa essere epica, sopratutto nel verso finale "Oh, to breathe in fire and know I'm free, know I'm free!" e la potente "The Messenger", che ci riporta ai fasti e alla velocità di "The Illusion Of Safety".

Il secondo dischetto che compone il digipack, è dedicato all'elemento dell'acqua, infatti, per tutta la sua durata, veniamo trasportati in un mare di emozioni, dolci melodie, atmosfere ovattate e mai banali, tanto care a band seminali come i NIN (per quanto riguarda gli inserti di elettronica) e Radiohead. "The Whaler" riassume totalmente ciò che i Thrice sono capaci di fare e non fa altro che sottolineare le qualità di una band sempre in continua evoluzione. "Water", quindi, è ancora più sorprendente rispetto a "Fire", perchè porta ad un ulteriore livello gli esperimenti simili già effettuati su "Vheissu", in canzoni come "Atlantic" o "Between The End And Where We Lie".

I Thrice si confermano come una delle più interessanti band contemporanee in campo Rock. Perchè lasciarseli scappare?

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