Going Out Of Business: Life is a Killer / Love is a Dog from Hell.
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1. Grandi momenti che schizzano via accanto a un pullman.

Fuori era buio. Tetro. Il genere di atmosfera scura, tristissima, umida e cupa che ci si aspettava in qualsiasi serata inglese. Quello che aveva quella nazione, in realtà, erano quattro tipi d'inverno, e quello lì era molto freddo. Eddie Coffin era un vortice perpetuo di pensieri. Uscì nel buio della notte e spese a pensare che quella notte era tutto tranquillo lì intorno e che edifici brutti e insignificanti c'erano lì. Quello era il tempo della fine della sua carriera come pensatore a orario fisso. La fine della sua carriera da filosofo accademico, la fine del commercio con il pensiero aka la fine del suo pensiero a pagamento. Ma l'aereo era in ritardo.
Era stato nell'imminenza di essere messo in galera, ma non se ne ricordava neanche il motivo, era stato tradotto alla stazione di polizia da un appartamento in cui era stato trovato in tenuta adamitica, e non riusciva a ricordarsene le ragioni. Ma alla stazione erano stati costretti a rilasciarlo. Avevano già un paio di esistenzialisti e un decostruzionista in gabbia a fare elautirips acitsannig. Svignarsela dalla città è sempre stata un'onorata tradizione filosofica, pensava Eddie. Montaigne era quello che gli dava ritmo. Ogni pensatore si era sempre abbinato con qualche nome del passato, ogni pensatore si era scelto qualche compagno di pagina. La bellezza di quel sistema, rifletteva Coffin, era che i filosofi morti non potevano rifiutarsi di ballare. Eddie si era scelto per sé La Mettrie e l'arte del godimento. La Mettrie, un demonio di eudemonista che aveva mangiato fino a creparsi e che era morto con le posate in mano. Gli unici che tollerava, Coffin, non potevano essere altri se non Diderot, non per come pensava, ma per come scriveva, e La Mettrie, sempre lui, perché chiunque riuscisse a mangiare fino a crepare doveva essere preso sul serio. Hamann gli ricordava al contempo che nessuna quantità di intelligenza poteva salvare dalla stupidità, e che era vero che per quanta fiducia si potesse avere nella propria intelligenza non si poteva essere mai al sicuro dalla stupidità, ma Hamann era stato un fannullone ventinovenne da poco tornato da Londra, dove aveva dilapidato, tra puttane e banchetti, un'incredibile somma di denaro e, al quel punto, era pronto a darsi alla religione. Gemeinsinn. John Locke, Thomas Reid, 1710-1796, ricerche sulla mente umana sulla base dei principi del buon senso. Mendelssohn, Morgenstunden. Perché ingombrarsi la mente di fatti? Visto che non gli veniva nessuna idea brillante, Eddie si era accontentato di un'idea stupida, e ripensò al dato fattuale che per quanto si potesse essere intelligenti era impossibile sfuggire alla propria stupidità. Hamann, forse, era stato ragionevole. Maniaci itifallici, Zalmoxis, la lettura di Zegabenus sulla Z, Kineidologhi, gli specialisti dell'osceno, l'epicureo Metrodoro, Democrito, secondo cui un torto non raddrizzato è un torto doppio, Ludwig e della chiarificazione che quello che si vede è tutto quello che c'è, Kant: la noia indescrivibile, Dioniso il rinnegato, la cui frase celebre era che il piacere è il fine dell'azione, tutta una serie di ologie, la teologia, l'aletheiologia, l'escatologia. L'agone letterario. Coffin pensava che, in fondo, il filosofo è una persona e che ogni qual volta gli si presenta un culo davanti deve prendere una decisione se leccarlo o scalciarlo, e non avendo nessuna idea brillante, si accontentò di un'idea stupida. D'altronde l'imperatore Giustiniano decise di chiudere l'Accademia Ateniese nel 529, convinto che i filosofi creassero più problemi che altro, insieme a ciarlatani assortiti, truffatori, geloscopi, cartomanti, capnomanti, ittiomanti, oniromanti, belomanti e catoptromanti. E senza dubbio c'erano altresì necromanti, alfitomanti, axinomanti, tefromanti, ornitomanti, alettriomanti, chiromanti, rabdomanti, halomanti, cleromanti e aruspici. Tutto è più interessante all'estero, perfino la morte. Ma l'aereo era in ritardo. Una volta a Taipei osservando un uomo alla fermata del bus aveva pensato: la nostra sarà un'amicizia brillante. Un attimo dopo un autobus se l'era portato via.


2. Non c'è abbastanza futuro.

Coffin, dipsomane d'abnegazione e nychtemeron, aveva avuto il privilegio sospetto di una cattedra a Cambridge. I suoi allievi non vedevano l'ora di farsi seguire da lui, e quando non si presentavano agli appuntamenti Eddie non protestava, perché non si presentava neanche lui. La sua filosofia per gli esami di filosofia era che bastava aggiungere dei punti interrogativi e una certa incomprensibilità nelle domande, un tocco di opacità nelle risposte, cose considerate molto chic. Essere un tantino vaghi, o nel caso si volesse mettere del coraggio in addendum, essere spintamente oscuri, questo avrebbe permesso agli altri di inserire le proprie idee e le loro preoccupazioni nel suo lavoro circa il contingente e il circoscritto; se si fosse stati troppo chiari, la filosofia secondo Coffin, tutte le proposizioni sarebbero state troppo nette, quella che era l'intenzione di Coffin era cercare di favorire l'interpretazione. Una sua allieva, però, era arrivata alla conclusione che non sarebbe più andata alle sue lezioni individuali, e si era convinta che per ottenere un minimo di soddisfazione intellettuale non le fosse restato altro che fare ricorso al suicidio. Per i colleghi Coffin era quello che mangiava strabilianti quantità di cibo in ristoranti dai prezzi strabilianti e che beveva strabilianti quantità di vino dai prezzi strabilianti e che copulava più della media dei positivisti logici e dei deipnosofisti. Potenzialmente, il mondo era il suo zenana. I colleghi spesso lo fraintendevano, come nel caso di Tanizaki, che era vittima del pregiudizio abbastanza diffuso che considerava la filosofia come una sorta di esercizio calistenico morale. Altresì, Eddie era un cultore del sonno e dell'onironautica, il suo pensiero era: sto a letto con l'ippopotamo, dunque sono. Coffin trovava che la posizione orizzontale lo aiutasse a pensare meglio, e pensava che quella posizione rendesse tutti più aerodinamici per affrontare i colpi della vita, quasi tutti i guai dell'esistenza derivavano, per lui, dalla posizione eretta, dunque, perché sopportare la verticalità quando si poteva stare benissimo in posizione orizzontale? Non aveva mai avuto nessuna difficoltà a restare a letto, il fascino di rimanere ammaterassato restava per lui inalterato, ma cominciava a trovare sempre più difficoltà a concedersi sprazzi di tenebre rinvigorenti e ad abbandonarsi al sonno. Gli impresari di pompe funebri cominciavano ad apprestarsi a prendergli le misure. Era ormai tanto di quel tempo che i medici gli dicevano che avrebbe dovuto essere già morto che oramai non si divertiva più a consultarli. L'ultimo medico che aveva interpellato gli aveva espresso il timore di non vederlo più e gli aveva dato l'addio. Eddie pensò che in effetti avesse ragione, tanto che una settimana dopo lo stesso medico fu ammazzato dalla moglie. A Cambridge gli fu commissionato di scrivere un libro, ma Coffin non si mosse, pensò che fosse inutile, perché per quanto fosse assorbito nel compito di non scrivere il suo libro su Spinoza, tutto sarebbe stato inutile finché non avesse imbroccato un titolo giusto per tale opera. D'altra parte stava pensando di scrivere un libro sul millennio, ma il guaio, a quell'altezza, era che non sapeva assolutamente cosa dire e di che parlare, era troppo impegnato, a suo dire, a perfezionare la sua inutilità. Un solo e ultimo libro in carriera, pensava, e poi si esce di scena, d'altro canto c'era già stata un sacco di gente che era riuscita a far carriera scrivendo un solo libro e cambiandone il titolo con una certa regolarità. Ma Eddie avrebbe fatto tutto questo solo per i soldi, non per altro. Coffin aveva avuto sempre una certa antipatia per coloro che sminuivano il fascino del denaro, pensava che di solito si trattasse di gente che aspettava che qualcuno tirasse le cuoia per ereditare castelli. Ma per Eddie il denaro era un ausilio indispensabile per ottenere il bene supremo, ovvero una vita contemplativa. Ma il guaio di firmare un contratto, riflettè Coffin, era che potesse dare a certe persone l'impressione che ci si fosse dichiarati d'accordo a fare qualcosa, e questo, ovviamente, non era nelle sue intenzioni. E allora Eddie continuò a pensare, a immaginare che prima o poi tutti si fossero trovati a gestire un bordello senza abbastanza esperienza, lì ad Amsterdam.


3. La dispensa della profondità è vuota.

La Francia aveva già all'epoca alcuni dei migliori alberghi scalcinati del mondo. A Montpellier Coffin ne trovò uno perfetto per lui, con le carte da parati di colori diversi che crollavano dalle pareti e funzionalità in camera ormai non tanto più funzionanti. Hubert tentò di rapinarlo in quell'albergo, ma Eddie aveva perso tutto in un incidente in cui si era imbattuto poco prima, e alla fine si portò in giro Hubert per condividere con lui un paio di baguette e permettergli di pernottare su una poltrona della sua stanza. Hubert era spuntato fuori nella vita da un cassonetto ed era cascato dentro un orfanotrofio. Hubert, un picchiatore dalle testate micidiali con una particolarissima passione per il cemento. Hubert era in fondo un romantico. Aveva un solo occhio, un solo braccio, una sola gamba, ma era un artista della ritorsione e un connaisseur di tutte le armi. Hubert, d'ora in poi solo Hube, avrebbe riconosciuto una compagna di orfanotrofio dallo sguardo sulla copertina di una rivista porno. A quel tempo Eddie amava tutte le parole che cominciavano per zeta e la concisione, una qualità che mancava, secondo lui, alla filosofia moderna. E la richiesta concisa di Hube l'aveva convinto con un semplice: fuori i soldi! Nella vita prima o poi si arriva al punto in cui bisogna uscire e andare a rapinare banche, pensò profondamente Eddie, e da quel momento in poi lui e Hube sarebbero stati la Gang del Pensiero, nome coniato da Hube stesso e inviato ai giornalisti onde evitare titoli scadenti da parte della stampa. Eddie aveva pensato che le rapine filosofiche in banca non facessero male a nessuno, anzi emozionavano, intrattenevano, stimolavano l'economia, provocavano riflessioni. Ogni rapina sarebbe stata condotta con un metodo zetetico diverso, senza mai perdere d'occhio il metodo stoico, ovvero rimanere molto calmi. Dedicarsi alle rapine aveva questo di bello, si poteva lavorare quando si voleva, ma rapinare banche sembrava sviluppare assuefazione, ma soprattutto metteva al riparo dalla classe bibliopara e al riparo dai venditori di assicurazioni. Quando quelli della Gang del Pensiero entravano in una banca e si annunciavano, se qualcuno avesse risposto subito con una citazione tratta da un classico della filosofia, avrebbero lasciato in pace quell'istituto di credito. Il loro slogan sarebbe stato: solo la conoscenza vi salverà dalla Gang del Pensiero, invece di chiamare la polizia, studiate i classici, non compratevi un allarme, procuratevi le opere di Zenone. Una volta Hube aveva annunciato che quella sarebbe stata una rapina neoplatonica, che avrebbero tutti dovuto concentrarsi molto bene per distinguerla da un colpo platonico, e che se avessero avuto dubbi avrebbero potuto chiedere direttamente al prof lì presente. Hube ci rimaneva quasi sempre male, gli sarebbe piaciuto tanto per una volta uscire a mani vuote da una banca, ostacolato da una citazione dotta, ma questo non avveniva mai, un linguaggio da fast food, un minuto e ventisette secondi per fare il colpo e venti secondi per raccontare dieci anni della sua vita. Tutte quelle stronzate che non avessero avuto nulla a che fare con la filosofia dovevano finire, francamente, non gli sembrava un buon modo per gestire un'azienda. E pensò che se la gente non avesse pagato per certe cose, non le avrebbe apprezzate a fondo. Eddie stava per arrivare alla conclusione che non fosse poi tanto una buona idea lasciare Hube per conto suo, a fare la posta a un topo con un revolver armato e col silenziatore. E pensò che gli Eliasti avessero proprio ragione ad adorare il sole. Rifletteva anche sull'avidità di erudizione che aveva assalito il socio. Voleva altri libri, diceva di non sentirsi abbastanza acculturato, sentiva crescere la sua stupidità. Hube era un lettore molto lento, ma attentissimo. Non si sa bene quanto sia resistente una tazza, finché non la si sbatte contro un muro. Evoca un'atmosfera di raffinata violenza domestica, e la violenza resta vittima di cattiva stampa. Hube aveva una malattia molto fatale e molto alla moda, anche la forza bruta soffre di una cattiva reputazione sulla stampa e la gente che picchiava evidentemente non era abituata ad altra gente che mischiasse le botte alla dialettica, e facevano alle volte mille franchi per le pallottole e le consulenze. Quasi fosse un serbo intento a bombardare Sarajevo, e i Mujahidin, che di solito ridevano nelle sparatorie, ora s'erano messi a correre in cerchio urlando il nero non è quel che sembra, e non si poteva essere l'anticristo e aspettarsi che tutti apprezzassero. Ma quello che non riuscivano a capire era tutto quel cemento. La tazza del bagno, i lavabi e i lavandini erano stati riempiti di cemento, diversi mobili erano stati incollati al soffitto. Non lo faceva certo per ostilità, Hube era molto di buon umore mentre metteva a soqquadro l'appartamento. Quelle erano Vite da Filosofi. Anche la disonestà era un lavoro duro. Isratnemal elituni, eautomorfismo. Disc Jockey del Pensiero: mindfuck, mindgames, gaslighting, Psi e Omega, lo strizzacervelli confessò che in realtà era nato donna, sua moglie si era suicidata la settimana prima, ma quello che aveva in mente Hube era un altro no.
Hube era l'illuminismo. Cheiromania. Costringeva investigatori a cercarsi verbi sul vocabolario, perché non c'era niente, assolutamente niente, diceva, che avrebbe fatto incazzare di più uno sbirro del fatto che uno che era stato dentro dieci anni avesse un vocabolario più scelto del suo. Basta scherzare, aveva deciso, si sarebbero comprati un dizionario più grosso, gangdelpensiereggiante, ché essere rapinati dalla Gang del Pensiero era un privilegio. Seguaci di Wolff a Zeebrugge, se non si è predatori, si è preda, sbuffava Hube.
Una forza del destino, invincibile, invisibile, La Gang del Pensiero. Disprezzo manifesto per chi voleva rapinare banche solo per via dei soldi. Colpire duro, soprattutto i ricchi. Quelli che stavano sempre lì a predicare la solidarietà verso gli altri, i fissati della beneficenza e della sollecitudine erano proprio quelli che trattavano male i camerieri, trascuravano i figli e sottopagavano i giardinieri. La Gang del Pensiero. Il bello di avere una pistola era che in un dialogo socratico li metteva automaticamente dalla parte giusta.
Eudemonia e Ars Retorica. Dati sensoriali avevano incontrato la Gang del Pensiero.


4. Perdere le case altrui.

The Thought Gang [Polygon Books (UK) - The New Press (US)] fu messo fuori nel 1994.
Romanzo dallo sviluppo cicloide e dalla struttura irregolarissima, è differenziato da una narrativa che è come una catena di montaggio confindustriale. Un tour de force incessante, sensibile e sensitivo, digressioni e pulp, trasmigrazione di anime, scenografie urbane. Libro di cultura inglese e profondamente est-europea, dov'è sempre preferibile una brutta verità a una bellissima falsità. Sexy Shop ed ergastolani su una disamina di banalità e di tempo che passa imbattibile, il grande sipario, il West End. Scene di piscine costruite in salotto per vendetta, di gente costretta a scrivere legata a termosifoni, di premi Nobel che perdono i loro trofei a carte, di testate nei bar, di librerie punite per troppa ignoranza, di cemento, di Hube.

La Gang del Pensiero. Eddie il filosofo di mezza età, Hube lo storpio apprendista filosofo punk pieno di protesi, che viveva da trent'anni con sé stesso e non lo sapeva neanche lui chi fosse di preciso, non di certo uno che ci avrebbe messo due ore prima di riuscire a far venire una donna. Ganga coadiuvata, de facto, da Jocelyne la nullipara, già derubata sul suo posto di lavoro nella sua banca, che nonostante l'età non perdeva un istante della sua venustà, e da Talete il sorcio. Scene di John Smith. Ma John Smith non era mai esistito. C'era gente che aveva letto e, a quanto pare, apprezzato la sua opera omnia. Avevano visto la sua documentazione. Le persone lo ricordavano bene. Discutevano dei convegni a cui non aveva partecipato, degli inviti a pranzo che lui aveva misteriosamente cancellato all'ultimo minuto attraverso bizzarre forme di comunicazione indiretta.
Ma la Gang del Pensiero è raffinata, educata, spettacolare. Dopo le rapine non si va a nascondere, se ne va al ristorante. E a Torino esiste una libreria che si fa chiamare in dedicata, La Gang del Pensiero.


5. I miei amici perdono il telefono.

Hube se ne era andato qualche giorno a Parigi, alla ricerca della compagna di orfanotrofio. Aveva comprato diverse riviste con su quella faccia e ora ne era sicuro, era lei. La rintracciò tramite l'ingaggio di alcuni investigatori privati, e ora voleva passare un po' di tempo con lei. Avvalendosi delle sue doti da scassinatore, passò la notte da lei, sotto al suo letto, senza rivelarsi, voleva solo starle vicino, voleva solo sentirne il respiro. La mattina dopo attese che andasse in bagno, uscì dall'appartamento e suonò il campanello. Si presentò, ma lei sembrava non ricordarsi di lui. Passarono una mattinata in una caffetteria a fare colazione, adesso lei era una poliziotta, si scattarono una foto al tavolo. Quando provvisto di pellicola, la sua memoria era veramente fotografica. Poi se ne ritornò a Tolone. Lì stazionava temporaneamente la Gang del Pensiero.
Nel frattempo Eddie vegetava, crapulava e riposava avvolto da un temporale, e si sorprese a pensare, a ricordare di alcuni membri della sua famiglia. Del nonno materno, per esempio. Una volta, nel mezzo di una conversazione interruppe un interlocutore dicendogli di aver sentito qualcuno che lo chiamava. Disse a questo interlocutore di non muoversi mentre andava a controllare chi fosse. Eddie pensò che il nonno dovesse avere un udito finissimo visto che dopo un po' scoprirono che era finito a Firenze. Il nonno paterno, invece, non nascondeva mai a nessuno i suoi potenti segni di squilibrio. Tipo dal temperamento alquanto irascibile, invece di andarsene in Italia, prendeva una sedia e si ritirava in camera sua annotando a tutti che stavano per prendergli i suoi cinque minuti, e tutto questo gli succedeva all'incirca ogni diciotto mesi. Si chiudeva dentro a chiave e riduceva la sedia a brandelli, rimetteva a posto, poi usciva a comprare una sedia nuova che avrebbe rimesso in quel braccio della morte in attesa della prossima esecuzione allo scadere dei prossimi diciotto mesi. Si poteva sempre far scattare questo suo meccanismo distruttivo lasciando degli avanzi nel piatto: bastava una crosta di pane, un solitario cavoletto di Bruxelles. Il cibo abbandonato lo faceva torcere di rabbia indomabile. Era un collezionista maniacale di edizioni delle opere di Schiller e di Hölderlin, sia nuove che d'antiquariato, che poi riduceva in cenere nel camino durante l'inverno. Schiller e Hölderlin erano gli unici autori presenti nella biblioteca dello Stalag in cui era stato rinchiuso. Sempre in previsione di un mondo ridotto in cenere, seppelliva le opere di Shakespeare in casse piombate e nei posti più strani. Manifestava una crudeltà incontenibile verso tutti i camerieri: ordinava bistecche e poi sosteneva di aver scelto del pesce. La professione di falsario che aveva esercitato nel campo di prigionia in tempo di guerra era usata per iscriversi a innumerevoli biblioteche in cui spazzava via le scorte di Schiller e Hölderlin. Scambiava i contatti nei semafori. Ordinava betoniere piene di cemento per conto di gente che non sapeva che farsene, con l'autista del momento che continuava a sventolare un ordine scritto e firmato da un professore.
Ordinò tassativamente ai suoi parenti che sulla sua lapide ci fosse scritto: Schiller? Hölderlin? E chi erano?
Hube, intanto, era tornato da Parigi. La sua faccia emaciata era almeno per una volta rilassata.
Era da tanto tempo che qualcuno non lo vedesse finalmente dormire.


6. Non è mai troppo tardi per essere in ritardo.

Bar di tutto il mondo. Che cosa accade all'inferno. Il bar era immerso nella penombra, forse per favorire la distensione. Su molte pareti c'erano cartoline provenienti da paesi di impareggiabile instabilità politica. Eddie era stato introdotto lì dentro da Hube, che l'aveva informato che diversi colpi di stato erano stati organizzati ai tavoli di quel locale. Una volta, in quel bar, Hube si era coinvolto in una rissa. Eddie era da solo adesso, lì, seduto in quel bar pieno di gente infelice che si comportava come fosse felice. Assonnato, invecchiato, tondeggiante, sudicio. Giovanotti priapici frutto di una civiltà morente, adolescenti che erano già stanchi della vita, noeticamente parlando. Era piombato all'inferno. Contemplava circa l'attrazione magnetica che le stazioni ferroviarie esercitavano sugli spostati ansimanti e i pazzi ululanti. Non aveva mai avuto difficoltà a fare amicizia con gente spostata. Uno gli aveva detto che sua moglie si era suicidata la settimana prima. Il 1987 lo lasciava sempre parecchio perplesso, così come lo lasciavano perplesso le persone che non capivano quello che dicevano. Eddie circondato dalla tristezza che era tutt'intorno a lui. Guardava il suo oriolo babilonese. Pensava: uno dei pochi vantaggi della mezza età avanzata era che si era perfettamente coscienti che non c'era molto che si potesse fare per migliorare la propria confezione in poco tempo. Sempre più, man mano che si diventava meno giovani, dopo la quarantina, avveniva un mutamento nei propri impegni sociali e ci si ritrovava a portare in giro la coscienza ai funerali, e man mano che si invecchiava era sempre più difficile farsi degli amici. Un altro dei pochi veri vantaggi della perdita della gioventù era che in realtà ci si aspettava così poco ancora dalla vita che si potevano apprezzare meglio certe cose quando capitavano. Riproduceva in mente le rapine, tutti quei soldi provenienti dagli affari, ma erano solo soldi, niente di più, e quei soldi se ne andavano via in piscio ad alta gradazione. Eddie era tornato a Tolone con tutta la ganga, lì ci aveva vissuto un periodo da giovane, in una strada di cui non fregava niente a nessuno. Sia la strada che il palazzo non avevano niente di particolare, tranne una cosa, ci aveva vissuto lui. La sua disgregazione era cominciata lì. E non c'era niente come vedere le città tramutate in certi modi per far sentire il peso degli anni sulle spalle. Un indizio, un promemoria della propria giovinezza. E Tolone rappresentava la sua di gioventù, la verità dell'età giovanile. Gli sembrava impossibile che quel giovanotto avesse avuto qualcosa a che fare con il lui d'oggi. Il giovane Eddie a vent'anni aveva salute, un futuro e una dignità morale. Ecco perché Tolone adesso gli appariva così diversa. Testimoniava un ricordo nuovo di zecca, e la gioventù in genere creava rimpianti. Neanche più una fondazione da turlupinare tramite telefonate in teleselezione, e di recente aveva scoperto che le sue forze intellettuali e adrenaliniche si rifiutavano di eccitarsi di fronte a un evento del genere, Eddie sentiva di non avere più spazio per il tempo, e dissertava sul fatto che il male che si faceva, lo si faceva sempre a sé stessi. Occasioni ne aveva avute, anche giovando di cospicui anticipi per opere che non aveva mai nemmeno cominciato e che gli scriveva una redattrice. Difficile mancare certi bersagli, ma lui riusciva a mancare la tazza del cesso a una distanza minore. Per lui ormai era già abbastanza faticoso essere un essere vivente, per lui essere stato Eddy una volta bastava e avanzava. La sua anima prendeva l'ascensore rapido per il quarantesimo piano sotterraneo. Una volta, in uno di quei bar, aveva incontrato Gérard. Eddie era sempre arrivato in ritardo agli appuntamenti, anche quella volta aveva tardato sensibilmente, ma anche se vent'anni di ritardo erano un record fenomenale, Gérard fu contento, lo sapeva che, se fosse stato paziente, prima o poi Eddie sarebbe arrivato e avrebbe saldato il conto.
Alla fine si deve sempre pagare il conto, sia per la conoscenza che per il piacere, e Eddie non credeva di potersi permettere il conto che stava per arrivargli. Notte sulla Terra. Nei bar, di notte tardi, ma anche nei dormitori dei gesuiti, la paura passa e lascia il segno. Niente di razionale riesce a fare da corazza alle raffiche sparate dalla morte. Pensò verso la fine prima di andarsene: vita o morte, una delle due ti frega di sicuro.


7. Riflessione su Grandi momenti che schizzano via accanto a un pullman.

Bisogna sapere quando cominciare, ma bisogna anche sapere quando smettere. Gang del Pensiero, un solo, ultimo e unico libro e poi si esce di scena. Un Hapax. Jocelyne era stata in giro in macchina tutta la notte nel tentativo di rintracciarli, ma dato che neanche loro sapevano dove fossero, non fu certo sorprendente che non li avesse trovati. Avevano girato in tondo senza trovare la banca, o s'erano persi loro o s'era persa la banca. Hube era al volante, e aveva insistito perché si fermassero a chiedere informazioni a una stazione di polizia. La loro filosofia d'escapismo e d'escapologia era semplice, in caso di emergenza non confessare mai, non mettersi mai nei guai da soli, in fondo gli sbirri venivano pagati per quello che facevano, mai fare il lavoro al posto loro. La versione canovacciata consisteva in solidi no, completi di no e con un no in omaggio. Il metodo messo a punto da Robert Oskar Kruger. Ma il modo di strafottersene con cui Hube cambiava le marce aveva fatto saltare i nervi di Eddie. Per di più Hube sembrava imperturbato e la cosa aveva provocato in Eddie ulteriori sussulti di rabbia. Ma Eddie sapeva bene che il guaio di perdere la calma era che raramente avrebbe avuto altro effetto se non quello di fare apparire sé stessi ridicoli. Hube però sapeva quel che faceva, si era limitato a guidare, molto più consapevole di lui del fatto che quando non si va da nessuna parte, non si ha nessun'altra parte dove andare. La teoria di Hube era che non ci fosse nulla di più sospetto che guidare nel pieno rispetto della legge. Una sua versione del paradosso del cretese bugiardo. Anche le cose più belle giungevano al termine.
Una banca, una data, una banda. Si erano denunciati da soli in anticipo, per alleggerire il lavoro alla polizia.
La Gang del Pensiero avrebbe commesso un'ultima rapina, non ce ne sarebbero state più dopo quella. L'importante era essere lì in psiche, non fisicamente. Avrebbero distribuito autografi. La rapina aveva avuto effettivamente luogo, i soldi erano stati fatti passare attraverso i cavi proprio sotto i piedi al suolo delle autorità e delle forze dell'ordine. La Gang del Pensiero ora poteva ritirarsi nel privato, perché bisognava sapere quando cominciare, ma bisognava sapere anche quando smettere, e arrivati al capolinea, non si voleva di certo avere un'aria da scemi. Raggiungere il culmine sulla punta della piramide gli aveva insegnato che l'esistente era pieno di tenebre e di terribile freddo. Ma dopo un po' anche i più perfetti bastardi vengono a noia, e come la maggior parte delle verità, anche quella gli era venuta a noia. Quella fu l'ultima rapina. L'unica cosa che gli restava da fare adesso era non rovinare la loro carriera immacolata facendosi arrestare in un supermarket, oppure darsi alla grossa criminalità e mettersi a governare una nazione, ma per governare bisognava alzarsi presto, a meno che non si restasse svegli fino a tardi e ci si svegliasse presto la mattina, e loro non dormivano mai. Ma loro erano filosofi, mica criminali. Cosa si provava a essere la più grande testa di cazzo della Francia? Allora, disse Hube, cosa si provava a essere la più grande testa di cazzo della Francia? Organizzarono una cena di addio. Uscirono nella notte dal ristorante che erano senza dubbio i rapinatori meglio nutriti, più colti e più in gamba in quel settore della Via Lattea. Chiunque avrebbe potuto ben immaginare che adesso la Gang del Pensiero cercava solo un po' di tranquillità, e un periodo di riposo. Tutto quello che volevano in quel momento era un letto al riparo da irruzioni e da venditori di assicurazioni. Circumnavigarono il silenzio, poi si fermarono e si incamminarono nelle tenebre, smisero con le rapine in banca e nelle librerie, e smisero perché il loro compito era finito, poi verso le stelle... poi verso le stelle. Bella Elena della Matematica, proprio vero: la cosa che incute più timore è l'ignoto. La scomparsa della Gang del Pensiero. Non c'è mai stato dubbio alcuno che le persone veramente in gamba portino scompiglio. Su tutti quelli che hanno un vero talento aleggia un'aria di lotta. I finali sono per definizione tristi, ma qui niente finali tristi, niente finali inutilmente gloriosi, essenzialmente una scomparsa. La scomparsa della Gang del Pensiero. È altresì raro che le uscite di scena rivelino subito il loro significato. Di solito, un minuto dopo non ci si sente poi tanto diversi da un minuto prima. Anche il più debole può sopportare una perdita per qualche ora, qualche giorno, qualche settimana; sono i mesi che cominciano a insegnare cosa manca. E ci vogliono a volte dieci o vent'anni prima che certe cose che vengono dette rivelino tutto il loro significato, e a volte ci vogliono anni prima d'inciampare per caso nel passaggio semantico segreto. L'unica soluzione a un problema molto difficile, pensò Eddie, consiste nel lasciarlo perdere. Hube s'era tatuato sul braccio buono un'enorme Z, la lettera scelta come simbolo del numero atomico. Hubert se ne andò, e se ne uscì esattamente così come era entrato, attraverso il nulla. Eddie liberò Talete a Cannes, la più grande fogna che conoscesse. Un sorcio liberato, c'era bisogno di lui per dirimere alcune importanti questioni dottrinarie. D'ora in poi, cercare di condurre una vita retta, bere con moderazione, fare ginnastica, convertirsi magari al nefalismo, raccomandarsi di avere cura della propria salute, trasferirsi in una cupa cittadina del nord che fosse una pacchia per pluviometristi, magari proprio in quella metropoli piena di repellenti burocrati che era Bruxelles. Ma questa frase era falsa, un paradosso del mentitore. Gli rivenne in mente quella volta a Taipei, osservando un uomo alla fermata del bus aveva pensato: la nostra sarà un'amicizia brillante. Un attimo dopo un autobus se l'era portato via. Scambi di battute intraurali, indagini filosofiche, amicizia profonda e affetto reale per combattere la nullità che gli si parava davanti. Poi la scomparsa. Quello che contava era ricordarsi di Zoe mentre asseriva che i filosofi fossero ottimi amanti, ma pessimi mariti, l'essenziale era la scintilla di Patricia, che i ricordi si potevano pure inventare, e farsi bastare la sua esistenza, l'importante era ristrutturarsi i ricordi, l'importante era ricordarsi di telefonare a Jocelyne. Strategie del Diluvio. La strada perde la Gang del Pensiero.


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