From ashes to Ash…

Dalle ceneri (ancora calde) dei Bauhaus, Daniel Ash risorge come la Fenice dando vita a questo progetto in compagnia del roadie Glenn Campling e più tardi raggiunti anche da Kevin Haskins, in tempo per confezionare il loro unico ed incredibile album “Pop” (Beggars Banquet – 1984).

Il titolo è un divertissemént, tanto è fuorviante dalla realtà contenuta nelle 9 tracce presenti. Certo le presenze di matrice gotica centrali nel progetto “madre” Bauhaus non sono del tutto assenti, ma qui il punto centrale è la ricerca sonora (e vocale) che Ash sperimenta in studio di registrazione (Tones Of Tail è una calibrazione che viene fatta sulle code delle bobine reel-to-reel); una ricerca che tenta, riuscendoci, di andare oltre la musica popolare e “underground” in voga all’epoca, per cui si mischiano suoni cari al synth-pop su strutture care al post-punk, con sonorità care alla wave più danzereccia così come al citato goth-rock, finanche sconfinando in piccoli momenti di classica contemporanea.

Il tutto passa praticamente inosservato ai più all’epoca, ed anche oggi non sono molti quelli che conoscono l’opera dei Tones Of Tail, anche perché di lì a breve Ash e Haskins si riuniranno a Davi J dando vita ai mai troppo osannati Love And Rockets.

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