Volete farvi conquistare da un album che si allontana dai preconcetti pop della nuova generazione drogata di Finley e Tokio Hotel? Godervi un album di vera musica, che vi sappia rilassare ma anche rapire con la sua unicità? Questo ve lo offre "It's All Around You", un album datato 2004 da una delle più famose e grandi band del post rock, genere che si affida all'astrazione del più classico rock, attraverso suoni criptici e sepolcrali. Questo album, abbandona la cripticità dei primi dischi, per affidarsi ai suoni gentili, ma anche sperimentali e godibilissimi.
Come non rimanere affascinati dall'iniziale title track? Introdotta da un organo paradisiaco che viene soffocato da una ritmica elettronica che ricorda quella della Warp, e si urla al miracolo quando entrano in scena anche basso e chitarra, che si esibiscono in modo assai sublime. Meno riuscita, ma ancora bellissima, la seguente "The Lithium Stiffs", voci angeliche, ritmi aphex twiniani e pianoforte irresistibile. Subito capolavoro invece "Crest", tintinnio di xilophoni per un brano che sfida e raggiunge l'impossibile, chiuso da una fenomenale orchestrazione. Gli Xilophoni fanno ancora parte di "Stretch (You're All Right)", ma sono occasionali in un paradisiaco post rock sognante di soli 5 minuti. Quindi, "Unknown", rock rallentato con suoni spaziali davvero interessanti, segue la lunare "Dot Eyes", scratch elettronici e pulsazioni di batteria che abbracciano uno spettacolare crescendo di batteria e chitarra elettrica, che si conclude all'improvviso. Brividi. "On The Chin", introdotta da un carillon e proseguita con suoni degli Air più sognanti, quelli di "Moon Safari", "By Dawn", esercizio in stile di IDM, che dura meno di due minuti, ma che è pura gioia autachriana, che ricorda i microsuoni del bellissimo "Vespertine" di Bjork. Conclusione Affidata da "Five Too Many", tintinnii accompagnati dalla ritmica stile Thom Yorke solista, ancora xilofono, chitarra improvvisa e conclusione splendente di jazz-rock e poi "Salt The Skies", jazz ritmico, con chitarrra elettrica impazzita, batteria di convulsioni elettroniche. Pura epilessia musicale.
Scusate il track by track, ma è impossibili non citare tutti i pezzi che compongono un album assolutamente da ricordare. Luci e ombre, quasi un tramonto sonoro. Da ascoltare.
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