I Trash Talk forse sono immaginifici, perché continuo a sincronizzare visivamente i bpm di Feen al movimento di un braccio che finisce in una mano stretta su una cervicale. C'è una faccia spaventata che non descrivo per non sentirmi troppo brutto, ma la vedo. A ogni b la faccia sbatte sul bordo del bancone e zigomi che si scorreggono a incorniciare frantumi di denti che si ingoiano sotto un grumo granata che forse è il naso, ma il naso sta in mezzo agli occhi e gli occhi sono sparsi. Nell'incredulità inorridita dei pochi presenti, la faccia che passa dal cento allo zero percento di Doom in un minuto pulito, dal 7:26 all'8:26 degli undici totali.

Mi ricordano di quando non capivo i testi delle cazzate cattive che ascoltavo, e appunto li immaginavo. Mi pareva che le parole servissero perché le urla suonavano bene, se formavano parole; ma i significati me li creavo io e ci restavo pure fedele. Li condividevo, come se stessi solo sovrainterpretando. Ad alcuni sono ancora fedele.

Per il resto: hanno eliminato i blast beat, le cose mezzo sludge e mezzo grind, e ora suonano come dei Refused di strada, ché questa è gente della costa ovest che se la fa con Tyler The Creator, in quel giro che serba il male sotto l'apparenza di camicie accese moda nigga. Senza le stronzate dei Refused e con una pompa dei suoni che è quando si calmano un attimo, ma proprio un attimo, forse in Mr. Nobody, che ti rendi conto di che cosa cazzo stavi ascoltando.

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