"Non saremo mai come voi, non saremo mai come voi: siamo diversi. Puoi chiamarci se vuoi, puoi chiamarci se vuoi ragazzi persi" (Davide Toffolo)

Quando li vidi la prima volta si era negli anni '90 quindi, da un punto di vista del tempo che passa, non molti anni fa ma da quello mentale c'è almeno un'era geologica in mezzo...

Si, insomma, a parte che allora eravamo, sia io che loro, più giovani la nostra infelicità era dovuta a cause esistenziali e non a problemi meno nobili tipo "come cazzo farò a pagare la bolletta del gas sto mese?" con una conseguente disillusione che ci ha portato a rimpiangere quel "dolore cercato" che rendeva molto più fico l'incedere in quegli anni tremendamente "X" (e leggetevi quello che volete: i '90 per chi aveva vent'anni allora sono stati qualunque cosa possiate pensare). Non è che ora il Male di Vivere (quello alla Agnelli, confuso con il troppo caffè, non quello alla Montale) c'abbia abbandonato ma se, allora, era una medaglia da esibire fieramente ora è un compagno scomodo ma necessario da portarci appresso, mentre galleggiamo nel vuoto degli anni "0" (variabile ben diversa da quella "X" meravigliosamente interpretabile).

Dico questo perchè è quello che sento e quello che ho visto negli occhi di Toffolo prima, durante e dopo il concerto: nei '90 pensavamo che eravamo nati per perdere, ebbene eccoci qui: ci siam riusciti perfettamente. Dovremmo esserne felici (?)

Se mi state ancora leggendo, dopo questa pesante introduzione, una descrizione del concerto direi che ve la siete meritata. Eccola  a voi:

Il concerto (nell'ambito del "Rarities Tour") inizia verso la mezzanotte e oltre ai tre elementi storici sul palco c'è pure un secondo chitarrista con un bellissimo copricapo: Toffolo lo presenta come il "Quinto Allegro Ragazzo Morto" (la quarta è la sua compagna che verso la fine del set salirà a cantare "Il Mondo Prima"). La scaletta alterna pezzi famosi del gruppo come "Occhi Bassi" e "Mai come voi" ad altri meno abituali nelle loro performance dal vivo (come "Mio fratellino ha scoperto il Rock 'n Roll") e prevede un intermezzo acustico e l'esecuzione di "Gennaio": cover dei Diaframma (pezzo che è contenuto nel tributo alla band di Fiumani: "Il Dono" uscito nel 2008). Il copione classico "Pop-Rock Punk Intimista" classico della Band di Pordenone per il resto è stato rispettato: e per una novantina di minuti.

Chi mi accompagnava (una fan storica dei TARM) si è molto divertita, io, che li stimo ma non posso considerarmi un loro fan, pure: nonostante un magone nostalgico che mi ha fatto compagnia per tutta l'esibizione. Causato dalle sensazioni di cui ho parlato nell'introduzione.

Non ho voglia di dirvi altro.

Mo.

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